mercoledì 12 dicembre 2018

[Recensione] Maxi Martin Mystère n. 10: "L'abisso del male" - L'universo Bonelli

Maxi Martin Mystère n. 10: "L'abisso del male"
(Dylan Dog e Martin Mystère n. 3)
Testi di Carlo Recagno e Alfredo Castelli
Arte di Giovanni Freghieri

L'universo Bonelli

MULTIVERSO

Oltre alla triade Dylan Dog-Martin Mystère-Zagor, ne L'abisso del male avvengono brevi comparsate di altri personaggi bonelliani.

Nel prologo, ambientato nell'autunno 1944, appare il soldato americano Jerry Drake, ancora non divenuto Mister No: è lui a riattivare il medaglione e a suggerirne la fisionomia all'interfaccia senziente. Il soldato Drake, coerentemente con la cronologia della sua testata, in quell'anno è di stanza in Europa; la missione ad Extersteine si colloca poco dopo gli eventi raccontati in Progetto Pegasus (Mister No nn.238-239), verosimilmente durante, o immediatamente prima, il periodo di dislocamento nelle Ardenne, a Bastogne, di Ardenne 1945 (Almanacco Avventura 1998).

Durante il viaggio in treno verso la Germania, Ester (accompagnata dal suo tutore), proveniente dal cast della miniserie Creepy Past, si intromette nel monologo di Martin. Dylan Dog e l'universo di Creepy Past sono già venuti a contatto in tre brevi avventure "apocrife" pubblicate in Dylan Dog Color Fest n.26; ne L'abisso del Male mostrano di non conoscersi.

La battaglia definitiva tra lo Spirito con la Scure e la sua Nemesi risuona negli universi narrativi di Dampyr (vignetta di Nicola Genzianella), Dragonero (vignetta di Giuseppe Matteoni), Gea (vignetta di Luca Enoch), Il Piccolo Ranger (vignetta di Giancarlo Alessandrini), Occhio Cupo (vignetta di Lucio Filippucci), Furio e Agente V.T.7 "L'inafferrabile" (vignetta di Giuseppe Palumbo). Furio e Agente V.T.7 sono stati protagonisti del primo incontro bonelliano in assoluto, nel 1942, sulle pagine del settimanale L'Audace.

Per dovere di cronaca, fra l'incontro di Furio e Agente V.T.7  e la pubblicazione di Ultima fermata: l'incubo!, Martin Mystère aveva incontrato un paio di volte un anziano Jerry Drake e conversato col sergente Ward collega di Nick Raider, mentre il Comandante Mark si era imbattuto in Blek Macigno, il quale aveva poi ricambiato la visita andando a trovare il comandante di Forte Ontario al suo matrimonio.

È possibile notare come i sei universi narrativi siano stati scelti fra quelli "indiscutibilmente alternativi" a quello di partenza: sebbene Dampyr abbia incontrato Dylan Dog in un recente cross-over ("Arriva il Dampyr", Dylan Dog n.371, e L'indagatore dell'incubo, Dampyr n.209), abbia menzionato Martin Mystère in passato (Il fiume dell'orrore, Dampyr n.37) e abbia posto le basi per un cross-over non sfruttato con lo stesso Martin Mystère (Il ritorno della bestia, Martin Mystère n.312, e La bestia del Gevaudan, Dampyr n.159), recenti sviluppi nella saga dampyriana hanno condotto a divergenze troppo vistose, in particolare con la serie di Martin Mystère. Sviluppi dovuti proprio a questioni legate al multiverso.

Revisionismo storico: Za-Te-Nay contro il professor Virus
Ne La scure incantata (Martin Mystère nn.242-243) una eco dello "scontro finale" si riverbera a Bird Center, ma i protagonisti, in quel caso, sono Za-Te-Nay e Virus, le versioni "storicizzate" di Zagor ed Hellingen.
Questa divergenza della figura di Zagor nell'universo mysteriano spinge a pensare che anche lo Zagor ufficiale viva in una realtà parallela, sebbene molto simile a quella di Martin Mystère (come dimostra il retaggio di Mu e Atlantide).
C'è però da considerare che ne L'isola di ghiaccio e di fuoco (Martin Mystère Gigante n.6) compare un ritratto di Cico (e non del Pancho "storico", agente di Altrove).

Personalità similmente opposte
In Un nuovo futuro (Nathan Never Gigante n.3), Nathan Never e il suo clone futuro Nemo, convocati al di fuori del tempo, assistono di sfuggita al suicidio di Zagor visto in Incubi.
La sequenza in cui i due Nathan Never del tempo corrente e del futuro alternativo si psicanalizzano a vicenda viene citata nelle due sequenze in cui Dylan e Martin si trovano di fronte le rispettive versioni alternative.

L'entità-medaglione conduce Dylan Dog dalla sua controparte alternativa futura de Il pianeta dei morti (sequenza disegnata da Camagni). Il Dylan alternativo rivela di aver incontrato il detective dell'impossibile in altre occasioni dopo a questa. Ricordiamo che la saga ha fatto il suo esordio nel racconto Il pianeta dei morti (Dylan Dog Color Fest n.2), è proseguita in altri due episodi (Addio, Groucho, Dylan Dog Color Fest n.10 e Il tramonto dei vivi morenti, Dylan Dog Gigante n.22) ed è ora ospitata nella collana Dylan Dog Speciale (a partire da La casa delle memorie, n.29).

Martin Mystère raggiunge il futuro di Nathan Never per incontrare la propria versione robotica (sequenza di Giardo), con cui condivide le memorie fino al 1987 (Operazione Dorian Gray, Martin Mystère nn.62-63-64). Il Mystère robotico, dopo le prime avventure raccontate nei due team-up Martin Mystère & Nathan Never (Prigioniero del futuro e Il segreto di Altrove) e nella saga di Atlantide neveriana (L'isola nel cielo, Nathan Never nn.64-65), si è isolato dal mondo, come narrato in Terrore senza nome (Nathan Never Special n.18). Un altro incontro, in flashback, è stato raccontato in Memorie dal passato (Nathan Never n.231).

Il Mystère robotico possiede fotografie di Sigmund Baginov e Legs Weaver, dell'Agenzia Alfa, e di Alfred Lysier e Gabrielle Rope, già visti in Doppio futuro (Nathan Never Gigante n.1)Generazioni (Martin Mystère Extra n.25bis).

L'underground che porta ovunque
I mysteriani personaggi di Angie, Dee e Kelly risiedono da sempre a Londra, ma, prima di questa storia, non avevano mai incrociato Dylan Dog.
Al termine del ciclo del countdown mysteriano (La fine?, Martin Mystère n.213) avevano, tuttavia, sfruttato il varco nascosto nella metropolitana di Londra, fulcro del primo Dylan Dog & Martin Mystère.


TIZIANO SCLAVI

Oltre a Zagor, l'altro grande protagonista dell'albo, Tiziano Sclavi, è l'unico, fra gli autori dei precedenti team-up, assente dal colophon di questo terzo incontro. Tutta la storia imbastita da Carlo Recagno non starebbe in piedi senza la mitologia particolarissima scaturita dell'opera bonelliana dell'autore di Broni.

Gli inferni di Sclavi
L'interpretazione degli inferni come di universi paralleli generati dalla mente di chi li visita (Storia di Nessuno, Dylan Dog n.43 e Inferni, n.46) è una efficace rappresentazione narrativa della mysteriana doppia teoria del tutto, l'unificazione di scienza e magia in una unica dottrina, avente come sfondo la mitologia aborigena del Mondo del Sogno, ben nota ai lettori di Mystère, ma vista anche su Dylan Dog (Piovono rane, Dylan Dog n.294).

Gli universi paralleli di Sclavi
Ancora più esplicito è il ricorso alla filosofia sclaviana de "i mostri siamo noi" e alla tematica dei freaks per giustificare - in termini di contrapposizione - la recente rettifica operata da Burattini sul personaggio di Hellingen di cui abbiamo parlato in precedenza.

La poetica sclaviana si riversa anche sul Dylan Dog in azione in queste pagine, che solo in parte è il Dylan "moderno" del nuovo corso impostato da R. Recchioni. Di conseguenza, la contrapposizione fra la weltanschauung dylaniata e la sua omologa mysteriana è molto vicina a quella dei due team-up precedenti e ne appare la naturale evoluzione (e, forse, risoluzione?).

Dylan cita - con una grammatica più corretta - una delle massime preferite dal suo ideatore: "se Dio voleva che volavamo, ci dava le ali".


E ADESSO?

L'abisso del Male, oltre a essere un divertito omaggio ed un punto della situazione (fino a un certo punto, visto che Dylan si avvia verso altri cambiamenti), è scritto in modo da potersi leggere anche come il n.0 di una possibile Justice League of Bonelli.

Dylan Dog e Martin Mystère hanno appianato le loro divergenze definitivamente o i loro futuri incontri scateneranno ancora "potenze infernali"?

Alcune questioni rimangono aperte:

- la più vistosa è la fusione tra il medaglione-entità e Angie, che non viene risolta nell'albo. La questione sarà ripresa nella collana di Martin Mystère? Magari in uno Speciale? O nel prossimo team-up?

Armi a raggi o Murchadna
- solo apparentemente secondario è l'utilizzo dell'arma a raggi (murchadna) da parte di Dylan Dog, per sconfiggere Titan. Com'è noto, l'arma funziona soltanto se ad impugnarla è Martin Mystère; con l'eccezione di Sergej Orloff, nella saga scritta da Recagno (da Grendel!, Martin Mystère n.288, a Il matrimonio di Sergej Orloff, Martin Mystère n.330), seguendo, forse, una linea narrativa impostata inizialmente nei romanzi di Andrea Carlo Cappi, come L'occhio sinistro di Rama e L'ultima legione di Atlantide). È quindi un preludio a nuove rivelazioni?

- la stessa arma a raggi, scaricata da Dylan, viene ricaricata dal Martin Mystère robotico, con la propria, in origine appartenuta ad Orloff, come narrato in Xanadu (Martin Mystère Gigante n.2), e nel primo Martin Mystère & Nathan Never. Il murchadna del Martin robotico è ancora carico? Tornato a casa, il Martin del presente perde memoria dell'incontro con il sosia futuro e si ritrova l'arma inspiegabilmente ricaricata (ma non sembra porsi il problema).

Extersteine, l'Antica Religione e Agarthi
- per quanto la rivelazione sia affascinante, il leggendario Axis Mundi non può trovarsi veramente ad Externsteine, perlomeno se lo concepiamo - banalmente - come lo snodo Ley primigenio vincolato alla geometria del solo piano terrestre: questo deve trovarsi per forza ad Agarthi. Va detto che una vera e propria coincidenza fra Agarthi e l'Yggdrasil alla cui base è collocato l'Anello dei Nibelunghi (L'isola di ghiaccio e di fuoco, Martin Mystère Gigante n.6), non è ancora stata dimostrata nella serie regolare di Martin Mystère. Nell'episodio Il sole nero (Martin Mystère n.292) si fa riferimento al wormhole di Wewelsburg come al "tunnel primigenio": dove si trova veramente l'Axis Mundi?

- l'inferno che terrorizza Hellingen è beffardamente un riflesso monco della nostra realtà. Ne L'eredità dei Teutoni (Martin Mystère nn.160-161) Orfeo afferma, in un ribaltamento di prospettive, che l'inferno sia proprio la Terra.
Ne Il ritorno di Jaspar (Martin Mystère n.139bis), oltre al sito di Extersteine, gioca un ruolo di primo piano anche un enigmatico personaggio che agisce basandosi su teorie che lo avvicinano a Hellingen.
Il Vecchio che voleva l'Apocalisse
Si tratta di un personaggio che rimane sempre senza nome, ma è noto come il "Vecchio della Montagna": intenzionato a provocare l'Apocalisse di modo da accelerare l'ingresso dell'umanità nella nuova Età dell'Oro, opera sfruttando i due diversi piani di esistenza, terreno e spirituale, per causare la distruzione planetaria.
Il Vecchio della Montagna risiede in una base che pare nascondere più di quel che cela, e fisicamente assomiglia parecchio a Hellingen.
Quando torna in scena in Countdown: meno uno (Martin Mystère nn.212-213), il Vecchio della Montagna cerca di aprire uno squarcio su una dimensione fondamentale, quella in cui furono rinchiusi i Grandi Antichi.
Quali deduzioni possiamo trarre mettendo insieme le tessere di questo puzzle? Può il Vecchio della Montagna essere... Hellingen? (o una sua eco?)

- ne L'abisso del male è decisivo l'intervento del dio Kiki Manito. Quale sarà la reazione della sua nemesi, Wendigo? Quest'ultimo, nella storia Ombre su Darkwood, è anche l'artefice dei "superpoteri" di Hellingen, che qui invece sembrano provenire genericamente dall'energia stessa alla base del multiverso, come già accadeva in Incubi.

- stando ad alcune voci di corridoio, è in programmazione un'ultima storia zagoriana con protagonista Hellingen, che dovrebbe chiudere una volta per tutte i conti con il personaggio. Sarà l'occasione giusta per riunire l'Hellingen originale, ora spirito vendicativo, e l'Hellingen terreno clonato ad Altrove nel XIX° secolo? Ricordiamo che liberare il primo era proprio il piano del secondo, e che anche costui è stato prelevato da Wendigo al termine di Resurrezione!.


2 commenti:

  1. prendete Franco Villa a lavorare in Bonelli, così abbiamo una speranza di mettere a posto le contraddizioni che sempre più gravano sul nostro stomaco!

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    1. Preparati al trauma: queste schede del DD/MM n. 3 sono opera di qualcun altro!

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