IL
MYSTERO MAI TRATTATO
Nella XIV prova
del MyTH vi avevamo chiesto di descriverci (al massimo con 150 parole)
un mystero che avreste voluto veder affrontato nelle storie del nostro Biondo
Archeologo.
Come sempre avete risposto in molti e ci
avete riempito di orgoglio leggendo le vostre idee, la vostra fantasia e spesso
anche le vostre conoscenze. Enigmi archeologici, arcani quotidiani, rompicapi
(fanta)scientifici, occultismo, parapsicologia, storia,… vi siete davvero
sbizzarriti e non possiamo che rendervene onore pubblicando qui sotto le vostre
storie, così come ci sono arrivate.
E se un enigma vi intriga, non esitate a fare come noi e documentarvi per saperne di più!
NB alcuni racconti (come ad esempio il numero 17 sul Voynich e il numero 6 sui cerchi del grano) esprimono più un
finale alternativo ad un mystero già affrontato che un nuovo mystero tout court e quindi avrebbero potuto
concorrere all'ottava prova del MyTH ma purtroppo non a questa. Per onore di cronaca verranno comunque qui riportati.
1.
Salvo Di Bella: Il fantasma della baronessa di Carini
Nel castello omonimo gira il fantasma della baronessa Donna
Laura Lanza e ogni tanto si vede anche la sua mano insanguinata. È un po'
classico come mistero ma è nella mia regione e mi fa piacere proporlo.
2.
Andrea Brambillasca: Le palle del Toro
Sulla pavimentazione della Galleria Vittorio Emanuele II a
Milano c'è l'immagine di un toro "vittima" del classico rito propiziatorio
del calpestare i testicoli dell'animale ruotando tre volte su se stessi:
perché?
3.
Ivano Rezzonico: Il mistero
della Maschera di Agamennone.
Una bellissima maschera funeraria che l’archeologo che l’ha
scoperta sostiene essere del re di Micene, Agamennone. Se questo fosse vero,
sarebbe una prova concreta e storica che la famosissima guerra di Troia sia
stata fatta davvero. Purtroppo altri archeologi non sono d’accordo sulla
veridicità di questa maschera, ma la realtà non la sa ancora nessuno.
4.
Alberto Simionato: La blockchain
Mi piacerebbe che Martin indagasse sulla blockchain e i
suoi risvolti sia tecnologici (lui è uno che esplora sempre le novità
tecnologiche) sia le possibilità che questa possa cambiare la vita umana
(perché la cambierà di sicuro) magari con qualche spiegazione/evento che dà un
punto di vista laterale! Il mistero, oltre alla sua aura di inviolabilità
teorica che trascende le regole applicabili alle altre tecnologie, sta anche
nel fatto che non si sa chi sia Satoshi Nakamoto, il suo presunto ideatore. Che
ci sia anche un fine che noi non vediamo nell'ideazione? Una catena inviolabile
può diventare anche una... prigione?
5.
Alberto Simionato bis: Lo scorrere del tempo
Altro mistero su cui indagare potrebbe essere quello della
percezione dello scorrere del tempo. Intendo il fatto che a volte scorre troppo
in fretta, a volte non passa mai, etc Al di là degli studi scientifici canonici
che però non hanno chiarito tutto, non è che sotto sotto se Martin indaga è in
atto una sorta di guerra DEL tempo in cui alcuni di noi sono coinvolti? Tipo
Edge of Tomorrow, Tenet o simili?
6.
Alberto Simionato ter: I cerchi nel grano
Correggetemi se sbaglio, ma non mi pare che Martin abbia
trattato il mistero dei cerchi nel grano come mistero principale di un suo
racconto. Ne potrebbe venir fuori una storia tipo quella grandiosa delle linee
di Nazca su qualche meccanismo automatico che li crea oppure qualcosa di
tramandato via DNA ai discendenti dei Muviani/Atlantidei che li creano
(in)volontariamente.
7.
Alberto Simionato quater: il diabolico Zarcone
Sull'onda del recente albo di Martin sugli 80 anni della
Bonelli mi verrebbe da chiedere al nostro Detective di indagare sull'identità
del misterioso Zarcone. Trattasi del disegnatore del primo numero di Diabolik,
il quale, dopo aver consegnato le tavole sparì senza lasciare traccia. Il
biografo di Martin, il Mahatma Castelli, ha scritto delle storie per DK e
chissà che non possa aiutarlo in questa indagine metafumettistica!
8.
Tommaso Menchini Fabris: La piana della giare
La piana della giare in Laos, nella provincia dello Xieng
Khouang.
9.
Marco Cioni: I bambini della famiglia Sodder
I bambini della famiglia Sodder.
10. Pier Luigi Aicardi: Il mistero delle
streghe di Triora.
Martin viene invitato a una nuova edizione del famoso
evento culturale Autunno Nero, in qualità di ospite esperto di folklore e di
leggende e si trova ad indagare su quanto ci sia di vero sulla figura di queste
streghe. Mistero italiano doc.....
11. Andrea Tognozzi: La quarta
mummia di Borremose
Danimarca,
21/06/2021
Martin
è stato chiamato a recarsi nell’Himmerland per il ritrovamento di una quarta
mummia da aggiungere alle altre tre mummie di Borremore ritrovate negli anni
40.
Il
nostro eroe, col Professor Tognozzen
dell’Università di Roskilde, si reca sul posto del ritrovamento.
Martin
nota qualcosa di strano: nella mano della mummia è visibile un quadrato di
metallo.
Martin
ed il professor Tognozzen riescono a prenderlo senza rovinare la mummia. Martin
pensa a dove lo ha già visto.
“Professore”,
dice Martin. “Non assomiglia al tassello mancante del calderone di Gundestrup?”
Se non erro è stato trovato qui vicino e manca, appunto, un tassello.”
“Giusto
Martin”. Andiamo al Museo Nazionale”.
Giunti
al Museo, i 2 posano il quadrato metallico sul Calderone ed improvvisamente
appare loro una visione. Il calderone portava alla pazzia. Per questo la quarta
mummia lo aveva tolto rimettendoci la
vita.
Martin
toglie immediatamente il pezzo metallico.
Non è tempo di impazzire
12. Cesare Milella: La testa del
turco
Martin
Mystere torno a Bari dopo vari anni dall'ultima volta quando era venuto alla
Basilica di San Nicola alla ricerca del Graal.
Questa
volta cercava la cap du turche,
misteriosa scultura di una testa umana in via della Quercia a Bari vecchia,
perché sotto quella testa c'era nascosta la chiave per accedere a un grande
segreto.
Secondo
la leggenda la notte della Befana fra 5 e 6 gennaio c'erano due Befane, una
buona che distribuiva dolci e una cattiva che tagliava le teste ai passanti.
Nell'anno
840 a Bari c'era la dominazione turca e l'emiro Mufarrag sfidò la sorte
considerando i baresi fifoni; incontrò la Befana della morte che gli tagliò la
testa che rotolo fino a conficcarsi nell' architrave di via Quercia 10 dove è
visibile ancora oggi.
I
baresi della città vecchia ancora oggi la notte della Befana hanno paura ad
uscire: la Befana della morte cerca le sue prede ed è una notte magica in cui
gli animali parlano e le cose prendono vita.
13. Corrado Smaila: Le costole del
drago
Non
ricordo se è già stato trattato ma prendo spunto da un "Mystero"
locale bergamasco (ma so per certo che ce ne sono anche altri di questo tipo in
giro per l'Italia) ovvero il mistero delle costole di drago sparse in molte
chiese/santuari.
Quello
famoso in Bergamasca che conosco perché visto di persona è questo: http://www.ilpuntosulmistero.it/la-costola-del-drago-di-sombreno-palladina-bg/
Devo
dire che sembra una tradizione consueta anche quella di custodire animali in
chiesa da queste parti; in un'altra chiesa locale a pochi chilometri da casa
mia c'è anche questa molto meno misteriosa:
https://www.bergamonews.it/2019/06/30/un-coccodrillo-in-parrocchia-il-santuario-della-madonna-delle-lacrime-e-la-storia-del-leggendario-rettile/312793/
Su questo ci si potrebbe costruire comunque una storia...
14. Marianna Fanti: la piramide di
ghiaccio
Esiste una piramide in Antartide. Ovvio che è la cima di un
monte, ma ci si può lavorare su. E forse non mi piacerebbe nemmeno l'albo
risultante.
https://www.montagna.tv/173953/i-nunatakker-e-il-mistero-della-piramide-dantartide/
15. Marianna Fanti bis: il punto
omega
Sarebbe interessante una storia sul punto omega, come
trattato in Tipler e supportato da Deutsch. Forse verrebbe meglio su NN e forse
alcune cose sono state trattate nelle vecchie storie con Jinx, ma qui siamo ad
un altro livello. Allego trafiletto esemplificativo tratto dalla pagina wiki su
Frank Tipler.
<<Teoria del Punto Omega
Nella "teoria del Punto Omega", riprendendo la
teoria omonima dello scienziato gesuita francese Pierre Teilhard de Chardin,
Tipler prova a studiare il destino ultimo dell'universo, in maniera simile a
L'ultima domanda di Isaac Asimov. Nella sua discussione, poggiante su opportune
ipotesi, sorprendentemente giunge a giustificare, a partire dal concetto di
"progresso eterno" e servendosi di argomentazioni scientifiche
(basate sulla scienza dei calcolatori, relatività generale, fisica quantistica)
il principio antropico forte (da lui portato all'estremo), la futura esistenza
di un Dio (cioè un uomo o alieno divenuto immortale, una sorta di Oltreuomo),
la resurrezione dei morti tramite computer e mind uploading: grazie a un
supercomputer l'universo potrebbe essere piegato ai propri voleri, in una sorta
di eterno ritorno guidato, ricostruendo anche eventi, mondi e persone del
passato. In questa prospettiva transumanista, teoricamente scientifica (anche
se non provata al momento attuale) e atea al tempo stesso, esiste una sorta di
spiritualità escatologica non religiosa. Secondo Tipler, la legge delle
probabilità che ha permesso all'universo di esistere in un tempo o spazio
infinito, potrà permettere ciò.[5] Le tesi di Tipler hanno suscitato molte
controversie nel mondo scientifico. In una recensione del libro di Tipler The
Physics of Immortality per la rivista Nature, il fisico sudafricano George
Ellis espone le obiezioni alla teoria del Punto Omega, definendola "un capolavoro
di pseudoscienza [...] il prodotto di un'immaginazione fertile e creativa al di
fuori delle normali restrizioni inerenti la disciplina filosofica e
scientifica"[6] Lo storico della scienza Michael Shermer ha dedicato un
capitolo del suo libro Why People Believe Weird Things ad elencare le
contraddizioni alla base della tesi di Tipler.[7] Altri scienziati, come il
fisico dell'Università di Oxford David Deutsch, considerano le argomentazioni
di Tipler coerenti. Nel suo libro The Fabric of Reality (1997), Deutsch
incorpora la teoria del punto Omega di Tipler nella sua teoria del tutto.[8][9]>>
16. Alex Crestani: MM vs Covid 19
Ci sono davvero tanti misteri da scoprire ancora insieme a
Martin Mystère e molti sono in Italia, ma scelgo un mistero che mi incuriosisce
davvero molto o almeno voglio vedere una sua interpretazione approfondita con
Martin Mystère, ed è giusto il mistero che ci ha cambiato negli ultimi 2 anni,
"Martin Mystère vs il Covid 19", ok, forse per il momento è un tema
un po' delicato da approfondire, ma è quello che vorrei di più vedere
affrontato nelle storie di Martin.
17. Daniele Baldino: Il manoscritto Voynich
Trattasi di testo medievale che ad oggi nessuno è ancora
riuscito a decifrare nemmeno parzialmente. Si tratta di un volume di dimensioni
abbastanza modeste, che l’antiquario Wilfrid Voynich trovò tra altri libri
acquistati presso un collegio gesuita italiano bisognoso di fondi. Diviso
convenzionalmente in quattro sezioni sulla base dell’argomento che,
all’incirca, sembra trattato nelle illustrazioni, è per l’appunto riccamente
illustrato con figure di vario genere e una fitta scrittura tutt'intorno.
Sebbene molte delle immagini riproducano piante e vegetali, nessuna è stata mai
ricondotta con certezza specie a noi note. Qualcuno vuole riconoscere in uno
dei fiori un girasole, il che consentirebbe di datare il manoscritto almeno
l’anno successivo la scoperta dell’America, ma l’identificazione è tutto
fuorché certa. Anche la datazione infatti è oggetto di dibattito, e il carbonio
14 in questo caso non è dirimente, poiché può collocare unicamente il supporto
cartaceo ma non l’inchiostro. Allo stesso modo, nemmeno le più moderne tecniche
di decifrazione sono riuscite a tradurre il codice del testo.
Martin viene contattato per analizzare il manoscritto e
ovviamente decifra il codice. Il manoscritto è stato redatto da un gesuita,
imbattutosi in un portale verso un altro universo, per documentare parte di
quanto da lui visto. Martin si reca sul posto indicato e trova il portale.
Sopraggiungono però anche gli uomini in nero, che al solito vogliono occultare
tutto. Scontro tra le parti, il portale si destabilizza e solo Martin riesce a
salvarsi per il rotto della cuffia.
18. Roberto D'Urso: Tiahuanaco!
Luogo strano dove avvengono strani boati provenienti dal
sottosuolo e strani bagliori improvvisi e scie di fuoco nel cielo, 270 blocchi
di lava connessi tra di loro dal peso di 10 tonnellate posti a 3200 metri di
altitudine, e poi c'è la Porta del sole (Porta cosmica) il più grande monolito
scolpito sulla terra, alto 3m e largo 2m, che potrebbe essere un calendario o
uno strumento astronomico... (chissà forse di origine MU).
19. Marco Campagnari: Il graffito
miracoloso del Santuario della Madonna delle Grazie all’Ortica
Nella periferia est della città di Milano esiste un
santuario poco noto ai non milanesi DOC. La chiesa sorge dove nel 1182, il
Barbarossa sfollò gli abitanti della città prima di raderla al suolo. In questa
chiesa, da poco è stato scoperto e restaurato un antico graffito con il quale
si chiede l’Intercessione divina per aver salva la vita. Come ben noto,
l’imperatore era restio alla clemenza contro i rivoltosi. Alla fine
l’intervento divino ci fu (qui il mystero) e i milanesi da allora si possono
vantare di aver fatto un c…o all’imperatore e di poterlo raccontare.
20. Gianfranco de Michele: la tomba
di Scipione
I mysteri di Liternum. Perché Scipione pronunciò la fatidica frase “ingrata patria non avrai
le mie ossa”? E perché proprio lì è andato ad esiliarsi ?
Quando ero piccolo e giocavo a calcio nello spiazzo antistante
la villa di Scipione, si narrava che la notte si sentissero le voci dei soldati romani venire
dall’interno dei resti della casa , specialmente da un cunicolo nel quale tutti quanti avevamo paura
ad addentrarci e si narrava di un tesoro nascosto (ho ancora una moneta romana
trovata li all’epoca)…
21. Giovanni Battista Baiardo: il
fantasma del Pyramiden
Per il
Solstizio del 21 giugno 2021 propongo un mistero ambientato nel Grande Nord
dove adesso c’è sempre luce.
Qual è
il mistero della città fantasma di Pyramiden sull'isola di Spitsbergen alle
Svalbard?
Ufficialmente
si tratta di un insediamento minerario sovietico al Polo Nord, in territorio
norvegese, attivo dal 1910 e abbandonato da tutti i suoi abitanti, sembra in
fretta e furia, nel 1998.
Il
nome deriva dalla forma a PIRAMIDE della montagna vicina. Fu un villaggio che
superò i 1.000 abitanti e ospitò una sede del KGB. I nazisti la distrussero
nella Seconda Guerra Mondiale, ma fu ricostruita. Nel 1996 130 abitanti di
Pyramiden morirono in un disastro aereo.
Fu
solo una miniera di carbone (molto del quale usato per mandare avanti
l’insediamento) o qualcosa di più?
Sicuramente
c’è pane per i denti di Martin sotto la coltre di neve di Pyramiden e nelle
pieghe della sua storia.
22. Agostino Morosi: L’aeroporto di
Denver.
La
struttura è stata definita la ‘Cattedrale degli Illuminati’, piena si simboli
occulti e riferimenti alle società segrete: la ‘Pietra Angolare’ che riporta
simboli massonici che si trova nella cosiddetta “Grande Sala”, come la ala
riunioni delle associazioni massoniche; il ‘Cavallo blu dagli occhi infuocati
altro circa 10 metri che troneggia all’ingresso della struttura e che sembra
quello descritto nel libro dell’Apocalisse; e gli inquietanti murales dipinti
da Leo Tanguma che raccontano la storia che porterà ad un Nuovo Ordine Mondiale
dopo la venuta di un qualche cataclisma di proporzioni globali.
Si sospetta anche la presenza di una fitta rete di
gallerie, come una “cittadella” capace di gestire un grandissimo numero di
persone e veicoli.
23. Francesco Argento: i misteri dell'Isola di
Giannutri
Partiamo dalla storia della Marietta e del garibaldino
Gualtiero Adami "esiliati d’amore" sulla piccola isola toscana. Ma
era solo amore o custodivano un segreto legato alla storia dell'Isola, già covo
di pirati nonché sede di una antica Villa Romana ricca di segreti e (trafugati)
tesori?
24. Alessandro Giacobazzi: L’ultima
fuga del Perla
“Il
cielo è pieno di uccellacci neri. Volano in cerchi su di noi. Salvateci!
Vogliono beccare il periscopio!”
“Uno
spaventoso mostro ci insegue. È grande come una montagna. Ci sta per
raggiungere, con la bocca spalancata! Pregate per le nostre anime: tra poco ci
inghiottirà.”
(Radiogrammi trasmessi dal sommergibile Perla della Regia
Marina, Mar Rosso, 22 giugno 1940)
I
marinai del Perla furono preda di allucinazioni, qualcuno tentò di allagare
scafo, molti furono legati per evitare il peggio.
Incagliatosi
sulle scogliere, divenne un facile bersaglio per gli inglesi, ma l’equipaggio
combatté eroicamente.
Il
provvidenziale intervento della Regia Aeronautica lo mise miracolosamente in
salvo.
Le
indagini riferirono di un’intossicazione da cloruro di metile, presente
nell’impianto di condizionamento.
Successivamente,
per non arrendersi al nemico, il Perla compì l’impresa di circumnavigare
l’Africa.
Cosa
causò veramente le allucinazioni? Qual era la vera missione? Cosa difendevano
eroicamente i marinai? Cosa si cela dietro all’ultima fuga?
25. Fabio Franzini: La vera
antropogenesi del popolo campano, come perfino Alex Dante non è stato in grado
di svelare durante la sua ultima fatica letteraria.
[NdE: riportiamo anche questo testo integralmente come ci è stato mandato specificando che non vi è alcun intento denigratorio ma va inquadrato nel contesto di una conversazione scherzosa tra due amici che si prendono bonariamente in giro. Soprattutto il testo fa riferimento alle storie Il segreto di Pulcinella - La smorfia napoletana associando la truffa che veniva sventata in queste storie a quella che perpetrarono invece i Muviani ai danni degli extraterrestri delle Pleiadi nel Gigante Il segreto delle Ombre Diafane.]
Mystero “concretamente esistente” e certificato da numeri
della collana, ma “strisciante”, nel senso mai riconosciuto ufficialmente, e
quindi inedito e di cui rivendico (come da consegna) la paternità.
Per quanto sia stata raccomandata “sintesi”, non posso non
passare per il racconto di un aneddoto che sta alla base della mia ossessione.
Come ben sapete sono uno Juventino forgiato nella ghisa, e
in quanto tale, al pari di un israeliano, condannato ad una “guerra senza
tempo” con i miei avversari. Ebbene, un mio grandissimo amico e collega di
lavoro, come me divoratore di fumetti e simpatizzante del nostro detective…è
nientemeno che un accanito tifoso del Napoli (ha pure i ricci di Maradona).
Sanguinose e fisicamente provanti sono le nostre battaglie del Lunedì post
campionato, con le urla attenuate solo dal suono delle sirene della polizia e
dei pompieri allertati da qualche rappresentante di passaggio. Un deja
descrivere la protesta del mio amico: << Siamo stati derubati!...E’ tutto
un complotto del Palazzo!....LA JUVE E’ IL PALAZZO! >>...E finalmente
arrivano le 10.00, e si va insieme a bere il caffè in un clima festante,
rilassato, in cui si parla e si ride su tutto, fumetti compresi: la comparsa di
un’autentica “dimensione alternativa” per chi ci conosce e assiste ai nostri
coloriti diverbi calcistici.
Ci siamo!...Durante una di queste “pause caffè”, rapito e
straniato fissando lo stesso che scendeva nel bicchiere, ebbi un’illuminazione.
Che condivisi subito con lui…
<<Mio caro Vittorio, poc’anzi vagheggiavo su un
Mystero introdotto inconsapevolmente dagli stessi autori sulle pagine di Martin
Mystère. Per darti un’idea, un Mystero simile ha un precedente con l’arma
dell’apocalisse “Fine Dei Tempi”: nel n.279 viene data la paternità della
stessa ad Atlantide, mentre nel terzo Gigante questa passa a MU, per un
mystero, questo, che rimane ancora insoluto dopo quasi quarant’anni. Ma veniamo
al nostro! ...
Doppio albo “Il segreto di Pulcinella/La smorfia
napoletana”, nn.140/141… Durante un’esplorazione sul fondo del lago Averno
viene svelata la leggenda alla base della porta degli inferi: una base
atlantidea in territorio campano.
Questo significa che, millenni fa, l’intera zona era sotto
l’influenza atlantidea, il che non ha mai generato dubbi, visto che l’intera
popolazione occidentale, proto-campani compresi, erano da sempre coerentemente
assegnati a questo blocco.
E vengo al punto e svelo la contraddizione…Ma se gli
antenati dei napoletani discendevano come componente fisica dagli atlantidei,
mi spieghi perché caratteristiche come la personalità, l’identità psicologica
e, oserei dire, “il Modus Operandi”, nel Gigante n.8, con un imprevedibile
colpo di mano, vengono incoerentemente assegnati al popolo di Amaterasu? (Ecco
che si ripropone lo scherzetto del satellite).
Mi riferisco all’origine del leggendario “PACCO”, marchio
di fabbrica inconfondibile, ma ufficialmente messo in pratica per la prima
volta da un popolo che dovrebbe stare agli antipodi rispetto quello che
dovrebbe detenerne il copyright. E, sfacciatamente (altro segno distintivo),
pure collaudato con alieni bellicosi, che hanno poi pensato di recensire la
qualità dell’antimateria acquistata giocando a bowling col nostro pianeta.
Quindi, Signori della Corte, io convoco gli autori davanti
alla commissione e chiedo loro di affrontare e sbrogliare definitivamente il
MYSTERO DEI MYSTERI che vegeta da decenni su questa testata, pur essendo
inedito perché mai ufficializzato come tale...” I CAMPANI SONO DISCENDENTI DI
ATLANTIDE O DI MU?”>>
P.S
<< Sicchè, mio buon Vittorio, quando durante i nostri
calorosi confronti io ti apostroferò…” A FIO’ DE ISEMORI!!!!!”…sappi che non si
tratterà di un volgare “colpo basso”, ma vorrà semplicemente dire che la nostra
discussione sarà ascesa a un livello più colto e antropologicamente corretto
(in attesa che gli autori si diano una mossa)>>.
26. Giovanni Gaddoni: Martin Mystere e il potere
dell'armonia
Un
grande mistero desta preoccupazione e sconcerto nel mondo musicale: durante le esecuzioni di musica classica dal
vivo accade un fatto inspiegabile. (Alcune note non sono più udibili - oppure -
il pubblico non prova alcuna commozione ed empatia - oppure - qualsiasi altro
evento grave e non spiegabile).
Il
Maestro Muti forma un team con Martin Mystère. (I due vengono contattati da
Altrove per risolvere il problema, oppure il Maestro Muti conosce casualmente
Martin Mystere ad un evento mondano).
Gli
eventi inspiegabili aumentano di frequenza e gravità; per indagare, MM e il
Maestro si portano in Italia alla ricerca di antichi documenti, quali spartiti,
manoscritti, etc. appartenuti ad un qualche famoso musicista, segreti oppure
recentemente ritrovati, che permettano di risolvere l'enigma.
(La scelta di Giuseppe Verdi
permette di collegarsi al ritrovamento - vero - dell'antico baule appartenuto
al Maestro, dello spartito del Re Lear, al furto - vero - della sua ultima
lettera, e la scelta come malvagio di Svengali, un malefico demone della
musica, col quale Verdi già si scontrò nel 1860 in una precedente Storia da
Altrove. Un'alternativa può essere
Modest Mussorgski, e la sua Notte sul Monte Calvo, che permette
l'aggancio alle varie versioni del film disneyano Fantasia e al relativo demone
Chernobog, nonchè alla biografia travagliata, che mostra anche qualche legame con l'Italia e il suo folklore, del
compositore russo.)
Il
piano malefico viene rivelato: il potente demone, eventualmente
evocato/riattivato da un frustrato personaggio
(musicista, critico, sovrintendente), grazie al casuale rinvenimento di
qualche oggetto o testo magico/mistico/scientifico paleomusicale, cercherà di raggiungere il suo fine (far
scomparire la musica, le arti, i
sentimenti - distruggere il mondo, o l'universo - impadronirsi delle anime)
attraverso una musica infernale che pervaderà l'intero pianeta.
Il
Maestro, edotto sulle contromisure dai precedenti ritrovamenti, si opporrà al
malvagio piano, dirigendo la propria orchestra col potere dell'armonia, in un combattimento all'ultima nota di
dimensioni cosmiche, che rappresenterà la sequenza clou dell'intera
storia. Il demone naturalmente sarà
sconfitto e annichilito, e l'umanità, il mondo, l'universo, saranno al sicuro
per alcuni secoli.
27. Massimo Medina: la sacra sindone
O anche
il Mystero del perché la Sacra Sindone non sia mai stata trattata dal BVZM.
Racconta la leggenda che tempo fa, un prelato andò a parlare con il BVZA
chiedendo, domandando ed informandosi sugli argomenti “ecclesiastici” che
sarebbero stati proposti sulle pagine del fumetto.
E’ un
caso? Era realmente un uomo di Chiesa o l’abito nero aveva un doppio
significato.
E
tutte le prove che stabiliscono date, composizioni del tessuto, presenza di
pollini e qualsiasi altra cosa non visibile ad occhio nudo saranno reali?
Magari la contraffazione venne fatta nel medioevo inserendo i segni del
martirio per nascondere tracce ancora più antiche in grado di far risalire ad
epoche antidiluviane il reperto. Si sa che gli UiN esistono da sempre e
all’epoca erano già in possesso di tecnologie in grado di depistare possibili studiosi.
L’ala estremista degli UiN ha tentato di far sparire le prove con diversi
sistemi: screditando l’immagine, dissimulando incendi casuali per poterlo
distruggere, ripiegandolo in modo tale che assomigliasse di più ad un quadro
che rappresentasse il volto di Cristo e non a quello che veramente è, fino allo
speciale su Youtube dello studioso del Cicap Massimo Polidoro “Sindone: 5
motivi per dubitarne”…
28. Claudio Bonci: Il Mystero della
scapola di balena.
C'è un mistero che da sempre circola nella città senese.
Quello della scapola di una balena, donata alla città da Cristoforo Colombo
assieme ad alcune armi. Perché Colombo avrebbe deciso di donare tali oggetti ?
Per quale motivo? Nessuno lo sa con esattezza. Sembra che il navigatore abbia
studiato a Siena nell'età giovanile e che fosse innamorato di una fanciulla. Vi
allego un link con i vari riferimenti. C'ho costruito un breve romanzo per
questa penultima prova e come tutti i romanzi un po' di sentimentalismo ci sta
sempre bene.
Università
degli studi di Siena, anno 1471.
"Messer
Colombo, la vostra partenza da questa città crea in me ansia e
dispiacere"...
"Madonna,
pregherò iddio affinché possa farci incontrare di nuovo, magari proprio sotto
l'arco di Porta Camollia come la prima volta"...
Lui,
tremante...lei, bella e graziosa, capelli mori e occhi scuri. I due si
lasciarono con un bacio appassionato.
- 12
ottobre 1492
"Ammiraglio"!
"Ammiraglio Colombo ! Terra" !!!
(...)
Gli abitanti di essa (...) mancano di armi, che sono a loro quasi ignote, né a
queste sono adatti, non per deformità del corpo, essendo anzi molto ben formati
ma perché timidi e paurosi (...) Del resto , quando si vedono sicuri , deposto
ogni timore , sono molto semplice di buona fede, e liberalissimi di tutto quel
che posseggono : a chi ne lo richieggia nessuno nega ciò che ha, ché anzi essi
stessi ci invitano a chiedere. ( Cristoforo Colombo)
La
bella indigena, mora, occhi profondi e scuri, donò a Colombo una scapola di
balena, considerata sacra da tutta la tribù, amuleto di buona sorte per il
viaggio di ritorno e per la vita futura.
- Siena,
giugno 2021
Chiesa
di Santa Maria in Portico a Fontegiusta ( Porta Camollia).
Martin
osserva la scapola, dono del navigatore Colombo che ancora oggi protegge la
contrada a ricordo di un amore...
izi.travel/it/22d8-chiesa-santa-maria-in-portico-a-fontegiusta/it
29. Ivano Visioli: L’armata
scomparsa
Un
mystero che mi pare non sia ancora mai stato toccato è quello dell'armata di
Cambise mysteriosamente sparita nel deserto nel 524 a.C.
30. Marcheselli Daniele: La vendetta
Di Giulio Cesare
IL
TENTATO AFFONDAMENTO DELLA “CRISTOFORO COLOMBO”
E IL MISTERIOSO AFFONDAMENTO DELLA “GIULIO CESARE”.
Lo
sapevate che la Amerigo Vespucci aveva una gemella? La sua storia e triste…
come quelle di altre importanti navi della marina militare italiana alla fine
della seconda guerra mondiale… ma la storia di una di esse è triste ma anche
…misteriosa! E’ la storia della corazzata “Giulio Cesare”.
La
nave venne affondata da una misteriosa esplosione dieci anni dopo la fine della
guerra nel 1955 e la conseguente
consegna ai Russi come risarcimento di guerra…. Mentre si trovava nella
blindatissima base navale sovietica di Sebastopoli nel Mar Nero che i Russi
considerano alla stregua di lago interno… e’ mai possibile? Chi ha colpito la
Giulio Cesare?….. E’ stato un gruppo di uomini–rana agli ordini di Junio
Valerio Borghese, comandante della Decima Flottiglia Mas? A dimostrare che la
Marina Italiana non aveva dimenticato l’onta della consegna delle navi simbolo
della marina Militare Italiana al nemico….
Ma
l'ipotesi di un sabotaggio straniero tirerebbe in ballo anche gli inglesi, che
avrebbero organizzato l'azione servendosi anche di uomini-rana italiani, nel
timore che la corazzata potesse essere equipaggiata con armi nucleari, e per il
fatto che alla fine di ottobre del 1955 una squadra navale britannica avrebbe
svolto esercitazioni nell'Egeo e nel Mar di Marmara.
Oppure…
c’è sotto un intrigo internazionale ancora più complesso?
Come
citato infatti nel romanzo Lo Zar non è morto, romanzo collettivo pubblicato
nel 1929 e scritto dal Gruppo dei Dieci si immagina che la Giulio Cesare sia
stata venduta dall'Italia alla Cina, diventando così la prima nave da battaglia
di tale Paese?
La mia
Ipotesi Mysteriosa…
L’esplosione
doveva nascondere una cessione segreta della nave alla Cina nell’ambito di un
intrigo internazionale…. Da 70 una nave italiana con equipaggio misto russo e
cinese è la prima nave atomica a solcare gli oceani…. Nessuno sa della sua
esistenza. Forse alcune sparizioni famose e misteriose sono da attribuire a
questa nave fantasma?
Le
fonti:
https://it.wikipedia.org/wiki/Giulio_Cesare_(nave_da_battaglia)
http://www.isses.it/Convegno121103/CRISTOF.%20COLOMBO%20E%20G.%20CESARE.htm
Per
approfondire:
Al
termine della guerra, in ottemperanza alle clausole del trattato di pace, la
corazzata venne ceduta all'Unione Sovietica, come risarcimento per danni di
guerra. Il trattato prevedeva che le navi destinate alla cessione, fossero
cedute in condizioni di operare e pertanto prima della cessione l'unità venne
sottoposta ad alcuni lavori, effettuati nel Cantiere navale di Palermo.
https://upload.wikimedia.org/wikipedia/it/thumb/e/e7/Giulio_Cesare_1947.jpg/310px-Giulio_Cesare_1947.jpg
Il
Giulio Cesare con la colorazione della cobelligeranza a Taranto nel 1947
affiancato al Riboty
Le
dure condizioni imposte dal trattato di pace riguardo alla flotta, divisa tra i
vincitori e con notevoli limitazioni per il futuro, portarono nel dicembre del
1946 alle dimissioni del Capo di Stato Maggiore della Marina Ammiraglio
Raffaele de Courten, che si dimise in segno di protesta contro le condizioni
imposte dal Trattato, che non tenevano in conto nel modo dovuto del leale
atteggiamento tenuto dalla Marina per tutto il periodo della cobelligeranza sin
dal momento dell'armistizio.[56]
La
cessione delle navi alle nazioni vincitrici, ed in particolare all'Unione
Sovietica, dove si trovavano ancora migliaia di prigionieri di guerra italiani,
creò un gran fermento fra gli equipaggi della Marina Militare e sdegno in tutta
Italia, al punto che durante gli ultimi mesi prima della consegna vennero prese
eccezionali misure di sorveglianza mediante ronde, sia sulla banchina che in
tutto il porto, ed intorno alle carene delle navi destinate ad essere cedute
avvenivano continue ispezioni subacquee, con immersioni di palombari ogni
trenta minuti, nel timore che vi potessero essere applicate cariche esplosive
in grado di provocarne l'affondamento. Tra le unità da cedere ai sovietici ad
essere maggiormente indiziate di essere oggetto di sabotaggio erano la
corazzata Giulio Cesare e la nave scuola Cristoforo Colombo e venne anche
scoperto che appartenenti ai FAR e reduci della Xª MAS avevano pianificato
l'affondamento del Cristoforo Colombo, che era un mito per tutti i marinai,
avendo addestrato generazioni di ufficiali e che bisognava sottrarre all'onta
della cessione allo straniero.
https://upload.wikimedia.org/wikipedia/it/thumb/e/e4/Giulio_Cesare_%28nave_da_battaglia%29_-_1948.jpg/310px-Giulio_Cesare_%28nave_da_battaglia%29_-_1948.jpg
Il
Cesare nel 1948 in procinto del trasferimento all'Unione Sovietica
Ma il
piano dei giovani “faristi” venne scoperto dai servizi segreti della Marina
Militare in stretta collaborazione con polizia e carabinieri, i quali avevano
da tempo infiltrato talpe nei Far.
Il 20
gennaio 1949 vennero arrestati a Taranto lo studente universitario Clemente
Graziani ed il motorista Biagio Bertucci, mentre a Roma la polizia arrestò
altri cinque ex marò proprio quando, alla stazione Termini, stavano per
prendere il treno per Taranto. Erano
Paolo Andriani, Sergio Baldassini, Fabio Galiani, Fabrizio Galliani, e
Alberto Tagliaferro, reduci del battaglione “Barbarigo” della XMas; che si
erano coperti di gloria sul fronte di
Nettuno nel ’44. Nelle valigie vennero trovati sette chili di tritolo. Un altro reduce della XMas, Vladimiro Villani, venne
arrestato a Lecce il 25 gennaio e nei giorni seguenti finirono in manette altri
sette congiurati che si preparavano a far la loro parte. Tra essi Franco
Dragoni e lo studente Antonio Ajroldi,
figlio di un noto magistrato.
A
Taranto e a Roma avvennero clamorose manifestazioni di solidarietà per gli
arrestati, manifestazioni tumultuose anche a Bari e a Brindisi. A Roma, in
particolare, scoppiarono violenti scontri con la “Celere” con lanci di pietre e
anche, in qualche caso, con corpo a corpo furibondi. Gli scontri si protrassero
per tutta la giornata in tutto il centro cittadino.
La
“Cristoforo Colombo”, poi, una volta acquisita dalla flotta sovietica, fu
addirittura disalberata e adibita al trasporto di carbone. Supremo oltraggio
per la Marina italiana, ma anche palese e ignominiosa mancanza di tradizioni
marinare nella Marina sovietica e chiara ammissione di incapacità di manovrare
un classico trealberi attrezzato con vele quadre.
Ma
molti anni dopo il fallito tentativo di affondare la “Cristoforo Colombo” da parte del gruppo di Clemente Graziani, una
misteriosa esplosione nella base navale sovietica di Sebastopoli fece pensare
che i marinai d’Italia non avevano dimenticato.
Verso
le ore 22 e 55 ( minuto più, minuto meno ) del 28 ottobre 1955 la corazzata
”Novorossijsk” (ex “Giulio Cesare”, ceduta all’URSS in esecuzione del trattato
di pace) fu squarciata da una fortissima esplosione – registrata anche dai
sismografi della Crimea – che perforò lo scafo, le piattaforme e tutti i
ponti della parte prodiera della nave da
battaglia, provocando una falla spaventosa:
(48 mq.circa).
All’epoca
si parlò di una mina da fondo tedesca, che sarebbe stata urtata da un’ancora
della stessa nave, ma questa ipotesi si
rivelò insostenibile poiché la “Novorossijsk”
era ormeggiata alla boa N° 5 e quindi «non aveva dato fondo
all’ancora.»( amm. B. N. Bobkov)
Ma
anche altri, a cominciare dallo stesso
amm. Kuznetsov, comandante in capo della flotta sovietica, si dimostrarono
scettici in proposito.
Ancora
più concretamente l’amm. Bobkov, a conclusione delle sue riflessioni, ( citate
nella nota 3) accreditò l’ipotesi di un sabotaggio ad opera di una squadra di
incursori della Marina Italiana.
Nel
1992 su Il Tempo dell’8 aprile fu
riportata una “smentita” dell’amm. Gino Birindelli ad un articolo
sull’argomento, apparso sulla stampa a Mosca, suscitando vivo interesse anche
all’estero. Birindelli affermava testualmente: «Magari fossimo stati noi ad affondare la corazzata Giulio Cesare, che
avevamo dovuto cedere all’ Unione Sovietica in conto riparazioni danni di
guerra! Le presunte rivelazioni del settimanale moscovita “Soverenho Secretno” [top Secret, n.d.a.]
,sono una patacca, una patacca navale»
Secondo
Nicolaj Cercashin, autore dell’articolo, la nave da battaglia sarebbe stata
minata da un gruppo di uomini–rana agli
ordini di Junio Valerio Borghese, comandante della Decima Flottiglia Mas. Il gruppo sarebbe stato composto da Gino
Birindelli, Elios Toschi, Luigi Ferraro M.O.V.M., ed Eugenio Wolk [comandante
dei “gamma”, gli uomini-rana della R.S.I.]: un’equipe di prim’ordine, non c’è
che dire, ma soltanto frutto di fantasia.
Il
giornalista russo ipotizzava un attacco
portato con sommergibili tascabili, che avrebbero trasportato gli incursori nei
pressi del bersaglio. Tale dettaglio tecnico pare poco attendibile, perché
avrebbe comportato la disponibilità di mezzi di difficile reperimento, dovendo
ovviamente escludere la complicità della Marina Militare italiana; tuttavia, se
trascuriamo per il momento le modalità di avvicinamento al bersaglio, vorrei
esporre prioritariamente considerazioni di carattere generale:
1) Se accettiamo l’ipotesi, ovviamente la
più concretamente attendibile, che l’amm.
Birindelli effettivamente non abbia partecipato all’azione clandestina di
sabotaggio, ciò non esclude però che altri, senza che lui ne abbia saputo
nulla, abbiano potuto partecipare al raid.
Esistevano infatti nel 1955 più di un centinaio di ex combattenti della
XMas che erano stati istruiti, preparati e allenati severamente per l’attività
di incursori; si trattava di ex appartenenti al ”Gruppo Gamma”, che nel 1955
erano ancora vegeti e vitali, meno anziani dei “campioni” citati dal
giornalista russo e sempre ferventi di sacro sdegno per l’onta ricevuta dalla
Marina italiana.
2) Comunque questi altri ipotetici incursori
che avessero voluto rivendicare la
responsabilità dell’azione sarebbero stati costretti a tacere per non
soccombere alle incalcolabili, ma imprevedibili responsabilità di ordine
morale, penale e civile, conseguenti all’attentato. Infatti il disastro
produsse più di seicento vittime tra i marinai dell’equipaggio ed i
soccorritori. La tragedia, però, fu aggravata dall’impreparazione dei
soccorritori e degli ufficiali della nave stessa, la quale avrebbe potuto
essere rimorchiata ad insabbiarsi in bassi fondali, evitando così il
capovolgimento, che provocò moltissime vittime rimaste tragicamente
intrappolate nella nave.
3) Va inoltre tenuto presente che, se furono
incursori italiani a tentare il sabotaggio, ebbero l’enorme vantaggio del
fattore sorpresa, in quanto i russi, essendo ormai trascorsi dieci anni dalla
fine della guerra, non sospettavano più di essere attaccati e, oltre tutto, nel
mar Nero, considerato un lago russo
e, a maggior ragione, addirittura nella base di Sebastopoli. Pertanto ufficiali
ed equipaggio si sentivano al sicuro, quindi la sorveglianza intorno alla nave
era soltanto quella superficiale e formale del tempo di pace. Mentre incursori
italiani, come si sa, erano stati capaci di eludere ben più agguerrite e
coordinate misure di sorveglianza in tempo di guerra.
4) Inoltre dobbiamo considerare che gli
ipotetici incursori conoscevano bene il punto debole della nave, che era stata sottoposta nel 1930
a lavori di totale ristrutturazione,
venendo pure allungata di dieci metri, aggiungendo una nuova sezione a prua,
al corpo della vecchia corazzata, varata durante la prima guerra
mondiale. Questa audace operazione di ingegneria navale, per quanto accurata ed
attenta, aveva creato un punto debole
proprio nella congiunzione del vecchio scafo con i nuovi elementi strutturali
di prua.
E
proprio in questo punto fu portato l’attacco.
5) Pertanto Nicolaj Cercashin ipotizzò sagacemente che la carica esplosiva
principale fosse stata occultata [in un doppio fondo, n.d.a.] prima della consegna della nave ai russi.
E
questa non è da considerare un’ipotesi priva di fondamento. Infatti all’epoca
vi era molto fermento fra gli equipaggi della Marina Militare, al punto che,
durante gli ultimi mesi prima della consegna, gli alti gradi della Marina ritennero necessarie
eccezionali misure di sorveglianza, anche alle carene delle navi destinate alla
cessione.
In
particolare la “Giulio Cesare” fu sottoposta ad un regime di strettissima sorveglianza: addirittura un rimorchiatore
girava continuamente intorno alla nave giorno e notte, provvedendo a far
immergere palombari ogni mezz’ora per ispezionarne la carena[6]. Questo fatto
conferma l’ipotesi che gli ammiragli avessero avuto sentore di un probabile
attacco proprio alla “Giulio Cesare”.
Qualche
ammiraglio, infatti, aveva avuto percezione dei propositi di molti fra marinai
ed ufficiali in servizio. Pertanto, fu stabilito un regime di oculatissima
vigilanza e quindi fu d’uopo per gli ipotetici aspiranti sabotatori rimandare
l’operazione; ma non è da escludere perciò che possa essere stato preparato un
adeguato sussidio per un’azione futura.
Va
considerato ancora che i russi avevano una conoscenza molto superficiale di
alcuni elementi strutturali dell’unità poiché i documenti tecnici sui materiali
impiegati erano redatti soltanto in italiano. Si può quindi ragionevolmente
ipotizzare che non tutti i doppi fondi
della corazzata siano stati ispezionati. Dobbiamo concludere inoltre che il
giornalista russo, avendo intervistato molti esperti, abbia avanzato la sua
ipotesi a ragion veduta.
Ricordo
poi che, se c’erano pure stati collegamenti trasversali clandestini tra ufficiali
della Decima al Nord e ufficiali della
Marina del Sud già prima del 1945; a
maggior ragione scambi di vedute e collegamenti avrebbero potuto esserci stati
dopo per macchinare un sabotaggio.
Pertanto
concordo pienamente con quanto ha scritto Uccio de Santis su questa ipotizzata incursione: «La nave
sarebbe stata minata da un gruppo di incursori italiani per riscattare l’onta
della consegna. I particolari dei danni rilevati nell’opera viva, la dinamica
degli avvenimenti, il giorno dell’incidente confermano e non smentiscono
l’ipotesi.».[7]
6) Consideriamo adesso le furbesche manovre
effettuate dagli ammiragli russi per
occultare la data del sabotaggio.
L’attentato,
come si è detto, fu portato ad effetto molto prima della mezzanotte del 28 ottobre,
ma versioni successive ne hanno
ritardato scaltramente di più di un’ora l’indicazione (lasciandola tuttavia nel
vago per non dover citare una data molto significativa). Distrattamente però
qualcun altro è stato preciso, poi, nell’indicare l’ora del capovolgimento
della nave, che avvenne alle ore 1,40.
Sennonché si è specificato pure, sempre più distrattamente, che avvenne
«due ore e 45 minuti dopo lo scoppio della carica esplosiva», e con ciò si
conferma che lo scoppio avvenne alle ore 22,55 del 28 ottobre. Risulta evidente
dunque che si è voluta mascherare una data troppo suggestiva.
7) A questo punto s’impone citare il
libro di V.A. Dardjavin che affronta
provocantemente la tesi «di un atto di sabotaggio »[8]. Il contrammiraglio
Armando Vigliano, nel recensire il libro citato, scrive:«Per valutare la
possibilità di questa tesi, [sabotaggio n.d.a.] nel capitolo quinto, si parla
dei mezzi d’assalto italiani e britannici, dei siluri umani, delle azioni
contro le corazzate “Valiant” e “Queen Elzabeth” e dell’attacco alla
“Tirpitz”.».
Essendo
ben chiaro che gli inglesi non avrebbero avuto alcun interesse ad attaccare una
nave russa – e tanto meno poi proprio la ex “Giulio Cesare” e comunque
addirittura il 28 ottobre – trascuro
considerazioni sulle deficienze operative dei siluri umani inglesi, i
cosiddetti chariots (dal nome dei sigari
di Churchil ), nemmeno lontanamente paragonabili a quelli italiani di cui erano
una mal riuscita imitazione.
I
mezzi insidiosi di assalto italiani, usati con successo, durante la seconda
guerra mondiale, erano i Siluri a Lenta Corsa(S.L.C.), soprannominati ”maiali”,
sostituiti poi dai perfezionati e
potenziati S.S.B. ( Siluri San Bartolomeo ). Come molti sanno, si trattava essenzialmente
di siluri che portavano due arditi operatori a cavalcioni. La testata esplosiva
di questi ordigni si poteva staccare per
agganciarla al di sotto della carena della nave aggredita.. L’autonomia di
questi mezzi poteva essere di sei miglia marine ( poco meno di 12 km.), che si
percorrevano normalmente in tre ore.
Non mi
pare assurdo ipotizzare che qualche irriducibile gruppetto di marò e di
ufficiali della XMas abbia deciso di occultare uno o più S.L.C. , o anche
meglio, S.S.B., prima del crollo del fronte nel ’45, in attesa di poterli
utilizzare alla volta buona, analogamente a quanto altri fascisti fecero – certo più facilmente
- con le armi leggere e forse anche pesanti , come sicuramente avvenne per i
partigiani.
Per
quanto riguarda l’ipotesi dell’uso di minisommergibili si potrebbe ammettere,
per completezza, l’acquisto di un moderno minisommergibile civile –
per uso turistico, scientifico, di lavoro – ma, in ogni caso, questa
ipotesi comporta l’esistenza di un’adeguata organizzazione di sostegno, che
potrebbe soltanto congetturarsi nella CIA. Mentre un intervento limitato ad un
piccolo gruppo indipendente potrebbe essere ipotizzato intorno al trasporto
prima ed all’uso poi, di un “maiale” o anche meglio di un S.S.B.. Il trasporto
in zona d’operazioni potrebbe essere avvenuto con un piccolo mercantile, con un
peschereccio, ma anche con un piccolo yacht, finanche a vela, agganciandolo
sotto la chiglia. Non escluderei neanche
il trasporto a distanza operativa di uomini–rana e delle relative cariche
esplosive.
Esaminate
tante ipotesi praticabili, il più profondo mistero rimane nel come è stato
effettuato il sabotaggio, ma traspare abbastanza chiaramente la “matrice
fascista”, secondo una colorita dizione in uso da certi gazzettieri
dell’epoca.
Quindi?
“Ceduta ai Russi come “riparazione” ai danni di guerra, nel 1955 mentre si
trovava nella blindatissima base navale sovietica di Sebastopoli nel Mar Nero
la corazzata italiana “Giulio Cesare” venne affondata da una misteriosa
esplosione, dieci anni dopo, la fine della guerra. Chi ha colpito la Giulio
Cesare?
E’
stato un gruppo di uomini–rana agli ordini del comandante Borghese della Decima
Flottiglia Mas per lavare l’onta della consegna delle navi al nemico? Oppure
furono inglesi, nel timore che la corazzata potesse essere equipaggiata con
armi nucleari? Nel romanzo Lo Zar non è morto, romanzo collettivo pubblicato
nel 1929 e scritto dal Gruppo dei Dieci, si immagina che la Giulio Cesare sia
stata venduta dall'Italia alla Cina, diventando così la prima nave da battaglia
di tale Paese…. Nel romanzo lo Zar Romanov non e’ morto e vive in Manciuria….
Esplosione o intrigo internazionale? E cosa centra il Triangolo
dell’Adriatico?”
La mia
ipotesi Mysteriosa
Da 70
una nave italiana con equipaggio misto russo, cinese e italiano è la prima nave
atomica a solcare gli oceani…. Nessuno sa della sua esistenza. Forse alcune
sparizioni famose e misteriose sono da attribuire a questa nave fantasma? Le
sparizioni del triangolo delle Bermude sono tutte avvenute prima del 1955…. Tra
il 1920 e il 1948… non poteva essere la nostra nave… ma lo sapete che c’è un
triangolo …dell’adriatico? Con morti sparizioni e apparizioni e onde misteriose
dagli anni 70 in poi? Una nave grande e veloce e moderna che genera onde enormi
potrebbe essere una spiegazione…. è il nostro Giulio Cesare? A bordo della
misteriosa nave atomica Italiana non ci starebbe bene anche Ettore Majorana
scomparso nel 1938?
Aggiungo
una terza fonte…
http://www.crprato.it/sito/index.php?option=com_content&view=article&id=2370&Itemid=329