lunedì 29 marzo 2021

Un salto nel mystero - 2020 - "Il segreto di Jane Michener"

Terzo classificato con menzione d'onore per il lavoro di ricerca al concorso narrativo del 2020 di AMys, vi riproponiamo "Il segreto di Jane Michener" in un nuovo post, in quanto il corposo dossier che lo accompagnava era da noi stato riprodotto in immagini di risoluzione inadeguata. Come già avevamo scritto, si tratta di un lavoro di ricerca estremamente accurato, che si articola in due sezioni fondamentali: la prima consiste in un elenco di tutte le apparizioni di Jane Michener nelle pagine delle testate di Martin Mystère, mentre la seconda è una rubrica della tradizione più mysteriana, che analizza e documenta ciò che c'è di vero e di inventato nel racconto che segue, spaziando da James A. Michener al pallone sonda, dai raggi cosmici a Roswell. In formato PDF, è scaricabile qui: Jane Michener: il dossier completo.


 IL SEGRETO DI JANE MICHENER

GIOVANNI GADDONI

giugno 2020

"Non siamo mai preparati a ciò che ci aspettiamo"
James A. Michener

Giornata fredda e uggiosa a New York quel giovedì 16 ottobre 1997. Martin Mystère, il famoso Detective dell'Impossibile, l'aveva trascorsa rimettendo in ordine per l'ennesima volta la strabordante biblioteca del suo appartamento di Washington Mews, ed ora si trovava solo, in attesa di vedere alla TV il notiziario della sera. La moglie Diana era uscita per la riunione settimanale dell'Assistenza Sociale, mentre il fedele assistente neanderthaliano  Java si era recato con una nuova amica all'inaugurazione di un ristorantino alla moda a TriBeCa. Stava sfogliando il New York Times del giorno, che per la prima volta aveva una foto a colori in prima pagina, - "La foto di un incontro di baseball ... Avrei trovato più adeguata un'immagine della sonda Cassini-Huygens lanciata ieri da Cape Canaveral verso Saturno ...!" pensò - quando il campanello, inaspettato, squillò ripetutamente.

Una signora di quasi cinquant'anni ben portati, i capelli biondi spettinati, il viso bello e regolare senza trucco, gli occhi azzurri arrossati, un tailleur ed un leggero soprabito di buon taglio, ma sgualciti e spiegazzati, era alla porta: "Jane... Jane Michener !!!" esclamò Martin facendola entrate.
Martin conosceva Jane da più di trent'anni, quando, seppure in diversi corsi, frequentavano, insieme all'amico Chris Tower, l'Università Harvard nel Massachusetts; lei si laureò in Medicina e Chirurgia, specializzandosi successivamente in Neurochirurgia, Psicoanalisi e Biocibernetica; quindi sposò Chris, che già lavorava per imprecisate strutture governative; quando nel 1987 Chris assunse il comando della base segreta di Altrove, lo seguì, andando a dirigerne la sezione medica.
Ora, nonostante l'amicizia di vecchia data, e nonostante i frequenti rapporti di lavoro con il marito Chris, Martin si rese conto che non vedeva Jane da anni, solo qualche telefonata e niente più; addirittura Jane non conosceva di persona ne' Diana, e neppure Java; perciò fu molto sorpreso quando Jane, sconvolta, gli gettò, quasi piangendo, le braccia al collo.
"Martin, è tutto il pomeriggio che viaggio; ho preso l'aereo ad Austin, nel Texas, per raggiungerti qui a New York il prima possibile; Chris è assente per un incarico ultrasegreto e tu sei l'unica persona a cui ora posso confidare quanto è accaduto. Stamattina come saprai è morto a novant'anni di età il mio prozio James..."
In realtà Martin non era a conoscenza del luttuoso evento, ma sapeva vagamente della parentela di Jane col famoso scrittore James Albert Michener, autore di numerosi romanzi e saggi.
"Bene - continuò Jane - mettiti comodo ed ascolta attentamente, perché quello che sto per raccontarti è davvero incredibile !"
Jane si tolse il soprabito, si rassettò alla meglio, sprofondò nella comoda poltrona con la fodera a grosse righe, ed iniziò la sua strabiliante narrazione.

"Nel cuore di ieri notte mi hanno chiamata dall'ospedale di Austin, avvisandomi che lo zio James, ricoverato da qualche giorno, intendeva parlarmi di persona con estrema urgenza; lo zio, o meglio, il prozio, James era il fratello minore del mio nonno paterno Robert; nacque nel 1907, e fu cresciuto da una madre adottiva, Mabel Haddock, da qualche anno vedova di Edwin Michener, e già madre del piccolo Robert. Pur vivendo in  condizioni di povertà, riuscì a conseguire una laurea in Storia Inglese, divenendone infine insegnante presso l'Università Harvard. Viaggiò molto, ed allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale si arruolò nella Marina Militare, svolgendo ruoli organizzativi e di intelligence nel Sud Pacifico. Al ritorno dalla guerra scrisse il suo primo romanzo, dando inizio ad una lunga carriera che gli procurò fama, successo e pubblici riconoscimenti. Questo, come tutti, è ciò che più o meno, fino a ieri, sapevo di lui."
"Finora niente di sconvolgente ..." annuì Martin.
" A metà mattina gli ero davanti, dopo che un medico mi aveva informato che lo zio, costretto da anni ad una emodialisi quotidiana per una grave insufficienza renale, stanco di quella vita di sofferenze e sacrifici, aveva deciso pochi giorni prima di rinunciare a quell'unica pratica terapeutica che consentiva di tenerlo in vita, e di affrontare così, con serena e consapevole volontà, l'inevitabile trapasso. Senza preamboli, con un filo di voce iniziò il suo discorso: mi narrò che nei primi giorni del luglio 1947 un suo ex-collega dell'intelligence della Marina Militare gli aveva chiesto un favore che non poteva rifiutare: di prendersi cura di una bambina, una trovatella di pochi giorni di vita , che non avrebbe potuto avere un'altra sistemazione ufficiale; lo zio inizialmente rifiutò, dato che il matrimonio con la moglie Patti era ormai agli sgoccioli, ma poi trovò l'accomodamento di farla accogliere e crescere dalla famiglia del nipote Bob, figlio del fratello maggiore Robert Michener, con l'intesa di non rivelare mai a nessuno la sua origine. E così fu: quella neonata ero io, fui battezzata Jane Annabel e crebbi felice nella famiglia Michener, ignara fino ad oggi di quanto in realtà mi era accaduto."
"Sono fatti che possono talvolta succedere: non ci vedo ancora alcunché di terribile." replicò Martin per consolarla.

"Quindi lo zio, con le ultime forze rimaste, mi ripeté due volte: "... l'altro bambino ... l'altro bambino...", e poi: "... cercalo ... trovalo ..."; vedi Martin, sicuramente voleva fornirmi delle informazioni, degli indizi ... ma  alla fine quello che disse divenne incomprensibile; capivo che lo zio James cercava di comunicarmi qualcosa di importante, anzi di indispensabile, a conclusione del suo inaspettato discorso e della sua lunga vita terrena; ma nulla ho potuto intendere da quelle parole smozzicate, confuse, prive di senso logico. Evocò parenti sconosciuti di nobile ascendenza, vaneggiò  di una piccola e ridicola umanità privata della luce, in lotta con una buffa società di centinaia di minuscoli scheletri, citò l'orrore del colonnello Kurtz, e infine, spossato, invocò un medico, poi il silenzio .... Quindi, su quel letto di morte all'ospedale di Austin, nonostante l'avesse voluto e previsto,  giunse impreparato a concludere la narrazione dei misteriosi eventi che solo in parte riuscì a rivelarmi."
Ciò detto,liberatasi dall'enorme peso che l'opprimeva, Jane si alzò e senza alcun convenevole si fece chiamare un taxi ed uscì.

Martin rimase interdetto da quell'insolito comportamento, ma, sebbene scosso e sorpreso, cadde in un sonno profondo fino al mattino, quando ancora una volta il campanello squillò: era l'amico Chris Tower, che esordì brusco: "Stanotte sono tornato e Jane mi ha raccontato tutto; subito ho contattato Altrove e ho fatto eseguire approfondite ricerche, di cui questo è il risultato: il 2 luglio a Roswell precipitò davvero un pallone sonda, ma di un tipo assai particolare. Al suo interno furono infatti recuperati due neonati, un maschio ed una femmina, protetti da una complessa tuta e da un casco che lasciava esposte solo alcune zone del cranio. Abbiamo appurato che il lancio avvenne dalla neofondata Area 51 del traditore Ben Maxwell, già capo di Altrove; la stessa Altrove, sotto la debole guida di "Milady", e forse già parzialmente infiltrata dagli Uomini in Nero, non riuscì neppure ad aver sentore del progetto. Lo scopo era, in vista di futuri sviluppi sulla manipolazione della personalità e sulla creazione di una sorta di superuomini, di testare l'effetto dei raggi cosmici nella stratosfera, in condizioni di ipotermia ed iperossigenazione, su particolari aree del cervello neonatale, più sensibile e plasmabile di quello di un adulto. In particolare i raggi avrebbe dovuto stimolare nella femminuccia l'area parietale  sinistra dell'encefalo, deputata alla matematica, al calcolo e alle scienze, e l'area temporale destra del maschietto, sede delle capacità creative e narrative, del mistero, dell'immaginazione. Qualcosa però andò storto e il pallone si schiantò al suolo in fase di rientro; uomini di Maxwell accorsero sul luogo e prelevarono i due neonati, fortunosamente ancora in vita, non prima però che qualche persona di passaggio avesse osservato il tutto; e forse furono le particolari tute ed i voluminosi caschi indossati dai due neonati ad ispirare l'immagine degli alieni che circolò in seguito. Comunque Maxwell, dopo averli fatti sommariamente esaminare, in un soprassalto di umanità preferì non sopprimerli ma farli scomparire in altro modo, affidando Jane, che poi, forse proprio grazie ai raggi cosmici, svilupperà effettivamente le qualità previste, a James Michener, ignaro collaboratore di Altrove durante la Seconda Guerra Mondiale. Del maschietto invece si è persa qualsiasi traccia: avrà sviluppato anche lui delle specifiche qualità diventando, ad esempio, un famoso narratore del fantastico o dell'horror ? Avevamo perciò pensato a Stephen King, il famoso scrittore, ma una serie di documenti e di testimonianze inoppugnabili ci hanno fatto scartare questa ipotesi.

Allora ad Altrove abbiamo esaminato con grande attenzione il video e l'audio della telecamera installata nella stanza dell'ospedale di Austin dove  al momento del trapasso era ricoverato James Michener; speravamo di risalire all'identità del misterioso secondo neonato, ma quanto ne è risultato è sorprendente, ma inutile: parole e nomi davvero buttati lì senza senso e logica. Questa ne è l'esatta trascrizione: zio boris, aristocratici, omino bufo, l'ombra, comics club 104, scheletrino, horror, otto kruntz; infine un nome che appare sensato, Doc Robinson, ma abbiamo appurato che nessun medico con quel nome ha mai lavorato ad Austin."
Quindi caro Chris - concluse Martin - i tuoi sforzi sono stati vani e la rivelazione finale di James Michener è rimasta incompleta; l'identità del secondo neonato rimarrà purtroppo per sempre sconosciuta. Questo enigma è troppo anche per me. Non credo proprio che esista una sola persona al mondo in grado di risolverlo!"

FINE ?

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