venerdì 15 agosto 2014

[Recensione] Speciale Martin Mystére n. 31, “Martin In Slumberland” (2)

Speciale Martin Mystére n. 31
“Martin In Slumberland: La materia di cui sono fatti i sogni”
Sergio Bonelli Editore
Agosto 2014

Proseguendo il discorso iniziato nella recensione di Speciale Martin Mystère n.31, “Martin Contro Martin, questo nuovo post si concentra sulla storia dell’albetto allegato, che però da quest’anno non è più allegato, ma incorporato nell’albo principale, che diventa quindi un flipbook. Sintetica panoramica dell'albo completo su Postcardcult.

Un ringraziamento a Carlo Recagno, che sul forum di Agarthi ha messo a disposizione un’anteprima della “copertina” B di questo albo.

“Martin In Slumberland”
“La materia di cui sono fatti i sogni” (Alfredo Castelli/Lucio Filippucci)
“Dreamtravel” (Castelli/Alessandrini) (ristampa)
”Altierjinga, il mondo del sogno” (Castelli/Alfredo Orlandi)
”Il giardino delle delizie” (Recagno/Renato Nisi)

Che Alfredo Castelli amasse profondamente il meraviglioso lavoro di Windsor McCay era cosa nota, fosse solo perché quello di Little Nemo in Slumberland è universo che abbiamo incrociato non troppo tempo fa, nell’ultimo Martin Mystère Gigante (sempre di Castelli).
Se l’idea per questa storia e la copertina si ripagano già da sole, è però anche vero che questo ex-albetto contiene un bengodi mysteriano di delizie di ogni genere, tanto da tenere testa anche alla storia principale dell’albo, in quanto ad abbondanza di annotazioni, idee, citazioni e arguzie narrative.
Si comincia col fatto che finalmente, finalmente, Castelli torna a scrivere le storie “alla Castelli” tipiche degli anni d’oro del personaggio di Martin Mystère. Storie pazzesche, impossibili, che partono da quei fatterelli inspiegabili di ogni giorno che tutti quanti tendiamo a liquidare in pochi secondi (come i dejà vù), li rielaborano in un’inattesa chiave cosmico/escatologica e li intrecciano con la Storia, il mondo del fumetto e dei fumettisti, le più disparate discipline scientifiche moderne e antiche, fino a ordire una nuova mitologia onnicomprensiva che sembra più vera del vero, tanto è ragionata e pervasiva.
Sempre nel segno del “recupero del passato” che caratterizza il 2014 di Martin Mystère, Castelli finalmente, finalmente, coniuga il mondo onirico di Slumberland con il DreamTime (Altierjinga) degli Aborigeni Australiani, e riporta in scena il dimenticatissimo (ma importantissimo) Kunanjun, “fratello mistico” del BVZM (che a sua volta è un “Cumbo”, sebbene il termine non venga usato nel fumetto).
Da questa associazione inedita (?) si passa poi a un’altra delle suggestioni di Castelli: i quadri di Hieronimous Bosch (chi non ricorda il Dylan Dog/Martin Mystère: “Ultima fermata: l’incubo”?), che però è Carlo Recagno a raccontarci, con l’apporto dell’arte splendidamente onirica ed eterea di Nisi.
Recagno intreccia ulteriori suggestioni, proponendo prima un parallelo tra due signori dei sogni come King Morpheus di Little Nemo e il Sandman (reso particolarmente famoso da Neil Gaiman per i fumetti DC Comics), e poi facendo diventare adulta Little Ego, con il nome di “Signorina Ego” e l’aspetto di Angie. E dato che Little Ego era un omaggio/parodia di Little Nemo, riletto in chiave femminile ed erotica, chi meglio di Angie per un ruolo del genere?
Ci piacerebbe sorvolare invece su come i Puffi e Topolino vengano equiparati a Peppa Pig, per poi balzare al caratteristico finale della vicenda, che, come nelle più grandi storie dei tempi d’oro, vede Martin che svolge un ruolo cruciale senza averlo bene compreso, per poi ricevere un premio inatteso sotto forma di conoscenza con aggancio all’attualità. E’ infatti la nascita della psicanalisi di Sigmund Freud il fattore scatenante della crisi del mondo del sogno che Martin ha appena sventato!
Chiudiamo con qualche osservazione sulla “materia” che dal Mondo del Sogno è stata portata nel nostro. Se fosse stata una storia di Dylan Dog, avremmo sostenuto che il concetto è stato prelevato dal terzo film del ciclo originale di Nightmare, dove la protagonista trascinava prima il cappellaccio di Freddy Krueger nel nostro mondo e poi lo stesso Freddy. Siccome invece è Martin Mystère, ragioniamo sull’aspetto della materia: un banalissimo “tappo a corona”, che però è stato capace di causare trionfi e tragedie nella storia dell’umanità, determinandone drasticamente lo sviluppo.
Siccome già sappiamo, da Martin Mystère n. 100, “Di tutti i colori!”, che Castelli è un grande fan del lavoro Disneyano di Carl Barks, non possiamo non sospettare che il “tappo a corona” citi l’analogo oggetto con cui Zio Paperone stravolge la società e i valori dell’isolata civiltà di Tralla-là (Uncle Scrooge n. 6, “Tralla La” [1954], di Carl Barks), avvelenandola con il concetto egoistico di possesso di un bene esclusivo.

1 commento:

  1. Complimenti Franco. Le tue recensioni sono sempre molto esaustive!

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