Maxi Martin Mystère n. 10: "L'abisso del male"
(Dylan Dog e Martin Mystère n. 3)
Testi di Carlo Recagno e Alfredo Castelli
Arte di Giovanni Freghieri
I personaggi
DYLAN DOG
I riferimenti alla configurazione odierna della serie di Dylan Dog sono limitati al breve cameo metanarrativo di Rania e Carpenter, e al telefonino parlante (Irma), utilizzato una sola
volta, e anticipato da Martin Mystère.
I comprimari storici, Madame Trelkovski e Lord H.G. Wells, per diverse pagine superano per importanza anche Groucho (ma
questi diviene fondamentale nel finale).
Nel recente albo
Dopo un lungo silenzio (Dylan Dog n.362), la medium
sembra essersi dotata di aiutanti più giovani (presi dalla saga cinematografica di Insidious), ma qui, come nelle altre apparizioni più recenti di madame
Trelkovski, non vediamo traccia di Stan e Oliver.
RIP Lord Wells |
Sono menzionati tutti e tre i precedenti incontri di Dylan e Martin, compreso il breve Incubo impossibile (Dylan Dog Color
Fest n.12), fortunatamente retrocesso a "quasi sogno". I due eroi
ricordano anche i mancati incroci di 29 Febbraio (Martin Mystère n.216) e Il giorno che non esisteva (Martin
Mystère n.227).
Dylan
afferma di non recarsi mai a New York per la paura di volare: nella
storia L'ultima mutazione (Dylan Dog Gigante n.5) si è comunque
ritrovato suo malgrado a San Francisco e ha pensato proprio a Martin
come al suo unico referente americano.
Per la cronaca, è rimasta
celebre la telefonata fra i due in Ananga! (Dylan Dog
nn.133-134). Fra le pagine de L'eroe (Maxi Dylan Dog n.19), una
possibile seconda telefonata è stata interrotta ancora prima di
incominciare.
Varchi mysteriani |
Dopo essersi conosciuti durante gli eventi de La fine del mondo (Dylan Dog & Martin Mystère n.2), Lord
Wells e Martin Mystère hanno evidentemente mantenuto i contatti: è il
nobile inglese a convocare Martin a Londra per indagare sulla strage di
Avebury che dà l'avvio alla vicenda. Il precedente incontro fra i due è
l'unico rimando esplicitamente evidenziato da una didascalia, mentre
tutti gli altri riferimenti sono da intendersi come "nascosti" nei
dialoghi o come invisibili retroscena.
Nella sequenza
visionaria in cui Dylan viene posseduto da Hellingen, e si ritrova nella
cabina di teletrasporto akkroniana, oltre alle citazioni tratte dalle storie di Zagor (vedi paragrafo relativo), sembra di scorgere una sottile allusione al
racconto breve Comparse (Dylan Dog Super Book n.32).
Durante la discesa agli inferni, Dylan ha una visione di tre sue
storiche fiamme: Bree Daniels (Memorie dall'invisibile, Dylan Dog n.19 e Oltre la morte, Dylan Dog n.88), Lillie Connolly
(Finché morte non vi separi, Dylan Dog n.121), Alison Dowell (Dylan Dog & Martin Mystère n.1).
MARTIN MYSTÈRE
Scritto dall'autore che più di tutti ha approfondito e ampliato la visione mysteriana di Alfredo Castelli, questo Maxi Martin Mystère non si collega direttamente a particolari momenti del corpus narrativo mysteriano, ma si svolge in coerenza con lo stesso, risvegliando diversi echi.
L'incipit,
in cui un gruppo di neodruidi stolti risveglia una semidivinità
secolare dormiente ricorda l'avvio de La vendetta di Loki
(Martin Mystère nn.244-245-246).
La doppia teoria del tutto |
Sempre in Longitudine Zero si cita la
"doppia teoria del tutto", che si riflette nell'apparentemente esagerato piano
di Hellingen, per il quale la distruzione del mondo fisico è soltanto la condizione necessaria per l'annientamento di quello metafisico. Lo scienziato menziona
anche il celebre motto alchemico "come sopra, così sotto", meglio noto
come "ciò che è in alto, è come ciò che è in basso".
Il Mondo del Sogno è parte integrante della saga mysteriana a partire da I figli del Sogno (Martin Mystère nn.26-27).
Yggdrasil |
In
effetti, questo Martin Mystère appare più sveglio di quello che
imperversa nelle avventure recenti della serie regolare, come se interagire con Dylan
Dog lo stimolasse veramente.
Externsteine |
Martin Mystère aveva sfiorato questa
rivelazione negli albi Il ritorno di
Jaspar (Martin Mystère n.139bis) e Il sole nero (Martin Mystère n.292), che toccavano, seppur
lateralmente, i medesimi argomenti, senza però metterli in relazione.
Il fugace riferimento a
Carlo Magno richiama Prigioniero del futuro (Martin Mystère & Nathan
Never n.1). La citazione di Sigfrido può essere autoreferenziale (è stato Recagno a raccontarne l'epopea, nelle
succitate L'isola di ghiaccio e di fuoco e La vendetta di Loki).
"Hai incontrato robot giganteschi atlantidei?", domanda Dylan. "Forse erano muviani", risponde Martin, che non ha sottomano il resoconto stilato al tempo di Viaggio nel futuro (Martin Mystère nn.24-25-26).
Giocano ruoli di una certa importanza i comprimari tipici dello Speciale Martin Mystère: Angie, Dee e Kelly e, via
telefono, Chris Tower. Quest'ultimo, in qualità di direttore di Altrove,
non può non essere a conoscenza dell'identità di Hellingen, essendo
questi stato collaboratore a tutti gli effetti della base più di cento anni
prima, e di conseguenza registrato nei suoi archivi.
Curiosamente, a
Diana Lombard viene lasciato soltanto lo spazio di una breve comparsata. In compenso,
altre due bionde svolgono un ruolo di primo piano.
L'avventura
vede la partecipazione del personaggio di Zagor, seppure in forma di "Spirito", ed è
basata sulla mitologia rintracciabile nella sua omonima serie a fumetti.
Si tratta di elementi
che, finora, nell'universo mysteriano sembravano essere nient'altro che
l'adattamento romanzato delle disavventure di Za-Te-Nay e dell'agente di
Altrove Pancho. In questo caso, Martin ritorna a essere la propria versione
più recente, e ha solo ricordi vaghi e confusi degli albi La scure
incantata (Martin Mystère nn.242-243) e L'ombra di Za-Te-Nay (Martin Mystère n.335).
Il medaglione che determina gran
parte degli sviluppi è di origine atlantidea e la sua interfaccia
memo-olografica dal volto di Veronica Lake richiama il personaggio di
Drusilla, l'androide atlantidea dalle fattezze di una bionda attrice del passato che compare in Fumetti del Mystero (Martin Mystère nn.274-275).
Dee e Kelly hanno appreso del medaglione dagli appunti dei loro avi
storici, apparsi più volte nella serie: ricordiamo almeno Spade, sfide e magie (Speciale Martin Mystère n.24) e Il Re Rosso (Martin Mystère Gigante n.11).
La scena del locale notturno è un contatto diretto con la mitologia di Twin
Peaks, vista svariati anni fa nelle storie Colui che dimora nelle tenebre, L'ombra che sfidò
Sherlock Holmes e La donna che visse in due mondi (Storie da Altrove
nn.2-3-5).
Anche il night club è un
tormentone del Recagno degli ultimi anni: a esempio, un'altra
esibizione straniante compare in Mysteri a Blandings (Speciale Martin Mystère
n.32).
ZAGOR
La
matrice narrativa di questo Dylan Dog & Martin Mystère è da ricercarsi in un'altra serie Bonelli, cioè in Zagor, dove si dipana la saga della nemesi dell'eroe, il dottor Garth Hellingen.
Hellinger di Zagor e Mefisto di Tex |
Al termine dell'ultima avventura sceneggiata da
Guido Nolitta, Terrore dal sesto pianeta (Zagor
nn.178-179-180-181-182), Hellingen si rinchiude in una cabina di
teletrasporto akkroniana e svanisce grottescamente in un lampo di luce.
Nolitta non specifica la reale natura della cabina, sebbene un lettore
accorto possa facilmente intuirla.
Lo scontro metafisico tra Zagor e Hellingen |
Dissolto molecolarimente, Hellingen trascende
in un'entità superiore e mistica, come la scimmietta di Alfa e omega
(Dylan Dog n.9), storia pubblicata un anno prima, che funge singolarmente anche da prologo del
secondo Dylan Dog & Martin Mystère.
Per vendicarsi di Zagor, Hellingen lo trasporta
in un universo parallelo, ove distrugge tutto ciò per cui
Zagor ha sempre lottato e spinge lo Spirito con la Scure al
suicidio. È solo a questo punto che la divinità Kiki Manito si manifesta
(per la prima volta "di persona") nella serie, rivelando ad Hellingen la verità: il malvagio è morto, e l'universo in cui agisce è una creazione della sua mente. È
questo l'Hellingen che compare come antagonista nel Maxi Martin Mystère.
In coda all'albo, si rende noto che Moreno Burattini, curatore di Zagor, ha fornito una "preziosa
consulenza" a L'abisso del male: il riferimento è alla recente storia Resurrezione! (Zagor
nn.602-603-604-605), dove le molecole
di Hellingen si ricompongono nella cabina di teletrasporto akkroniana,
ora custodita nel cuore della base di Altrove, e il mad doctor si
ritrova ospite di un nuovo corpo clonato, con le memorie ferme agli eventi di Terrore dal
sesto pianeta. La presenza di fisica di questo Hellingen non implica che l'Hellingen spirituale sia tornato sulla Terra, come rivela il finale della vicenda.
Nel corso di questa stessa avventura vengono rivelati i trascorsi dello scienziato pazzo come collaboratore della base Altrove, nonchè il suo nome di battesimo,
Garth.
Ne viene infine accentuata la connotazione "proto-nazista" e classista, secondo la quale il futuro dell'umanità può essere deciso solo da una èlite composta dai più capaci, sani e forti; questa visione di Hellingen era stata originariamente delineata come un larvato razzismo nella sua primissima apparizione firmata Nolitta, Sulle orme di Titan (Zagor nn.11-12).
Hellingen creatore |
Kiki Manito rivelato |
Kiki e gli universi paralleli |
In Ombre su Darkwood" (Zagor
nn.376-377-378-379), di Mauro Boselli, Hellingen è ancora
uno spirito e sfrutta (male) la possibilità di reincarnarsi concessagli
da Wendigo, la controparte negativa di Manito.
Al termine della vicenda Hellingen viene prelevato dalla "figura in bianco" tramandata dalla letteratura nel Gordon Pym di Edgar Allan Poe, ma questa figura è assente nel l'intreccio del presente Maxi Martin Mystère.
Al termine della vicenda Hellingen viene prelevato dalla "figura in bianco" tramandata dalla letteratura nel Gordon Pym di Edgar Allan Poe, ma questa figura è assente nel l'intreccio del presente Maxi Martin Mystère.
Hellingen e Altrove |
Hellingen molecolare e spirituale |
Hellingen d'èlite |
Ne viene infine accentuata la connotazione "proto-nazista" e classista, secondo la quale il futuro dell'umanità può essere deciso solo da una èlite composta dai più capaci, sani e forti; questa visione di Hellingen era stata originariamente delineata come un larvato razzismo nella sua primissima apparizione firmata Nolitta, Sulle orme di Titan (Zagor nn.11-12).
Anche il meccanoide Titan proviene dalle tre avventure aventi per
antagonista lo scienziato pazzo: oltre a Sulle orme di Titan e Incubi, compare anche in Odio! (Zagor nn.39-40-41).
Le
frasi udite da Dylan Dog al momento della sua possessione sono tratte rispettivamente da Ora zero! (Zagor nn.107-108-109) e dalle già citate Incubi, Resurrezione! e Ombre su Darkwood.
Ancora da Resurrezione! provengono i robot affrontati da Dylan e Martin nei corridoi della base atlantidea.
Ancora da Resurrezione! provengono i robot affrontati da Dylan e Martin nei corridoi della base atlantidea.
L'identità del misterioso "Custode della
Scure" è suggerita dagli occhiali, dall'orologio e dal cornetto acustico
contenuti nel baule: si tratta di un pronipote di Molti Occhi, lo
stregone dei Mohicani, apparso per la prima volta in Guerra! (Zagor nn.30-31-32) e divenuto character ricorrente nella serie. Il ruolo attribuito al personaggio, il titolo con
cui si presenta e la sua residenza alle pendici del Monte Naatani
suggeriscono affinità con i personaggi di Keokuk e Akoto, custodi delle
armi del cosiddetto "Eroe Rosso" Rakum (di cui Zagor ha evidentemente preso il
posto) e della magia senza tempo, visti nelle storie di Nolitta e Sclavi
sopra citate.
La sequenza dell'esplosione lunare è tratta anch'essa da Incubi.
Kiki
Manito conversa con la Morte e con il burocrate a due facce degli
inferni di Dylan Dog e, oltre a richiamare lo "Spirito con la Scure"
per sconfiggere Hellingen, trae in salvo i protagonisti del Maxi Martin Mystère, tra
lo stupore (non tanto accentuato, in realtà) di Tower e degli agenti di
Altrove.
Lo stesso Manito "risolve" il mystero dei megaliti di
Avebury, confermando la leggenda che li vuole eretti da indiani
provenienti dai monti Appalachi (ma, a dire il vero, non è chiaro perché
avrebbe dovuto essere lui a preoccuparsi della questione).
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