Martin Mystère presenta: come funziona?
Martin e Diana, la predestinazione della coppia perfetta
In Allan Quatermain (Martin Mystère n. 112), secondo capitolo della fluviale e fondamentale storia Il passato di Java, lunghe sequenze di flashback approfondiscono le conseguenze degli eventi del 1978 rivelati ne La città delle ombre diafane (Martin Mystere nn. 17-19): Alfredo Castelli e gli Esposito Bros illustrano nel dettaglio non solo come Martin Mystère riuscì a far uscire Java dalla Mongolia, portandolo prima in Corea del Sud e infine negli Stati Uniti d'America, ma anche e soprattutto l'impatto che l'ingresso nella "civiltà moderna" ebbe su Java, il quale aveva trascorso l'intera vita nel ristrettissimo e recluso ambiente della città tra i monti Hangaj, e non aveva idea della vastità del mondo esterno, in termini di popolazione, estensione, tecnologia, usanze e via dicendo.
Questa accurata e metodica ricostruzione è ricca di spunti umoristici mai banali e mai superficiali, bilanciati da argomentazioni molto più serie, nonché da un'analisi psicologica da manuale dei protagonisti. Martin Mystère ha avuto modo di ribadire più volte quanto il suo rapporto con Java sia un di profonda amicizia, ma anche di grande professionalità, basato sul rispetto reciproco e sull'assoluta parità: sin dall'inizio, infatti, Martin ha sempre garantito che Java fosse economicamente indipendente, in modo che la sua collaborazione non derivasse da un malinteso senso di gratitudine che si trasformava in obbligo.
Questa correttezza, tipica della filosofia di vita di Alfredo Castelli, non è però stata una costante: nei primi mesi in cui Java visse negli USA, tra il 1978 e il 1979, Martin Mystère giunse spesso vicinissimo a gettare la spugna, temendo di aver voluto fare il passo più lungo della gamba, nell'impresa di introdurre Java alla civiltà moderna; le varie barriere (quella linguistica, quelle delle usanze, e persino quella del carattere) che si frapponevano sembravano essere troppo anche per lui.
In aiuto di entrambi è giunto quindi il terzo personaggio su cui si basa la serie, Diana Lombard, che all'epoca aveva appena iniziato a essere qualcosa di più di una semplice segretaria, anche se Martin faticava ad ammetterlo.
Nelle pagine che proponiamo in questo articolo, magistralmente scritte da Alfredo Castelli, la caratterizzazione di Diana Lombard risplende come raramente è accaduto in seguito, dimostrando umanità, capacità di comprendere (senza giustificare, né fare sconti), intelligenza analitica, profonda empatia e altruismo (insomma, tutti i motivi per cui ha scelto la professione di assistente sociale). Non manca, come ciliegina sulla torta, il momento culminante in cui Martin Mystère, notoriamente riservatissimo su questo argomento, finalmente ammette i propri sentimenti, chiaramente maturati proprio in risposta alla progressiva scoperta della notevole personalità di Diana.
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