martedì 14 aprile 2020

"ll virus" e "Il nemico invisibile" - Una retrospettiva

Nel 1993, Alfredo Castelli affida allo sceneggiatore Claudio Chiaverotti un soggetto per un fumetto, illustrato da Caracuzzo, che compare in Zona X n. 4: "Il virus".

L'oggetto della storia è un virus che si diffonde per contatto o per via area, con un periodo di incubazione che fa sì che le persone infettate restino ignare della loro condizione e, viaggiando da un capo all'altro del globo, causino una diffusione globale del contagio, portano l'intera umanità al collasso.

Non era certo la prima volta che gli autori di Martin Mystère riflettevano con ragione sulle storture e i crescenti rischi a cui la nostra società, dominata dalla cieca rincorsa al profitto a tutti i costi, va incontro. E non sarebbe stata l'ultima volta in cui Martin Mystère toccava l'argomento delle pandemie globali, come potrete leggere dopo le seguenti vignette tratte da Il virus.




Nel 1996Vincenzo Beretta idea (con Leonardo Gajo e Domenico Gandolfi) e sceneggia Il nemico invisibile (Martin Mystère nn. 172-173), altra vicenda incentrata sulla diffusione di epidemie incontrollabili. La conferenza in apertura del fumetto dimostra come il mondo della scienza fosse già consapevole all'epoca dei fattori economici che avrebbero potuto scatenare epidemie globali, come è poi accaduto negli anni 2000.
Come nel caso degli scienziati che, da decenni, denunciavano i danni causati dallo sfruttamento indiscriminato delle risorse planetarie, documentavano gli effetti deleteri del crescente inquinamento dell'ambiente, prevedevano l'avvento del riscaldamento globale con tutte le sue disastrose conseguenze, anche questi sono rimasti inascoltati, in nome del profitto a ogni costo. Non sembra un caso che più volte, sulle pagine di Martin Mystère, anche questi argomenti siano stati affrontati con avveduta, ma inutile, preveggenza.

 

Intervento dello sceneggiatore Vincenzo Beretta su Facebook:
Incuriosito dall'attuale situazione sono tornato a rileggerMI un mio racconto che non riguardavo da più di vent'anni, "Il Nemico Invisibile" (anche perché oggi questa frase la usano tutti). Beh, rivedere tre pagine della parte iniziale mi ha un po' inquietato...

Premetto che non si trattò di genio. Il libro che usai per documentarmi si intitola "The Coming Plague: Newly Emerging Diseases in a World Out of Balance" di Laurie Garrett. È ancora oggi disponibile per Kindle, e più che mai attuale...

Articolo sul Covid-19 che inizia citando vignette e testi de Il nemico invisibile:
Nella finzione del fumetto ci troviamo a New York, nell’estate del 1996. Vi si svolge il «XXXV Virology Congress» della Johns Hopkins University. Nel suo intervento conclusivo la dottoressa Wise afferma: «Le ragioni per questo risveglio virale sono complesse, e in parte non ancora comprese, ma ha senza dubbio un ruolo importante la pesante alterazione degli equilibri naturali subita nell’ultimo secolo dalle regioni tropicali del nostro pianeta. Per fare un esempio, la deforestazione delle foreste pluviali e la creazione di nuovi territori agricoli hanno portato uomini e animali domestici a contatto con nuovi habitat, molti dei quali estremamente ricchi di forme virali finora sconosciute. Tali virus sono spesso ospiti di animali o parassiti, che, entrati a contatto con la “civiltà”, possono raggiungere rapidamente aree lontanissime del pianeta grazie anche allo sviluppo della moderna rete dei trasporti. Oggi, infatti, nessuna città del mondo dista più di ventiquattr’ore di volo da qualsiasi altra. Data la natura delle malattie virali, non è sufficiente affrontare ogni epidemia quando emergerà. L’approccio corretto deve includere una sorveglianza globale del problema»



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