18 dicembre 2012
Scrittore: Giorgio Figus
Disegno: Luca Usai
Nelle storie di un personaggio come Indiana Pipps, che è un omaggio dichiarato a Martin Mystère, "energie" e "giganti" possono significare una cosa sola, quando il contesto è quello della Sardegna.
E in effetti, il gradevole "Indiana Pipps e l'energia dei giganti" (Topolino n. 2977) presenta proprio il concetto delle energie telluriche/geomantiche delle Ley Lines che vengono canalizzate tramite le antichissime e affascinanti strutture megalitiche (associate appunto ai "giganti") di cui la Sardegna è piena, andando addirittura a scomodare la civiltà dei Lacones, antecedente a quella dei Nuraghi. Si tratta di un approccio decisamente Mysteriano, almeno per chi ricorda il Martin Mystère originale, quello che proponeva visioni (fantastiche) della struttura del mondo e dell'universo, mentre al giorno d'oggi Martin non sa più nemmeno cosa siano le Ley Lines: a furia di retcon morbide, infatti, il personaggio vive ormai in un universo dove domina la vaghezza riguardo a ogni cosa "impossibile" che accade, dimentico delle suggestive scoperte del suo glorioso passato.
L'avventura di Indiana Pipps si svolge secondo i canoni del genere, con l'eroe sulle tracce del segreto dei Lacones, l'intervento di un rivale malvagio, l'abuso del ritrovato segreto e la perdita dello stesso, non senza una sorpresa finale che capovolge la prospettiva relativa al citato segreto. La sorpresa in questione è, ancora una volta, Mysteriana nel senso classico e migliore del termine, perchè si rifà all'epoca in cui Alfredo Castelli e colleghi avevano a cuore i messaggi positivi che la serie di MM poteva trasmettere: la "energia dei giganti", infatti, si rivela essere un'energia benefica, capace di rendere fertile il suolo e vivificare la vegetazione, nello spirito della Gaia vagheggiata da Castelli.
Delude un po' l'assenza di qualunque tipo di "gigante" nell'intera avventura, però, spingendoci a chiederci perchè siano stati citati nel titolo, oltre che per ottenere un certo effetto. Di sicuro Figus e Usai sono fin troppo ben documentati sull'argomento, per averli menzionati a caso: a tavola cinque, infatti, fanno bella mostra di loro due sculture nuragiche molto caratteristiche, una delle quali è nientemeno che una testa di un Gigante di Mont'e Prama, con i suoi caratteristici occhi circolari (l'altra è un "bronzetto" che raffigura il tipico guerriero con scudo ed elmo con corna oblunghe).
L'argomento dei Kolossoi (altro nome dei Giganti di Mont'e Prama) è di attualità per via dei nuovi ritrovamenti di fine agosto 2014, avvenuti proprio nell'anno in cui i Giganti finalmente sono oggetto di esposizione al pubblico dei musei, ma ovviamente a noi interessa citarlo per "parlare di noi": l'avventura di Indiana Pipps usciva nel dicembre 2012, mentre la nostra Get a Life proponeva il doppio episodio I Giganti di Prama nel giugno dello stesso anno, in una sorprendente coincidenza che ovviamente si estendeva al concetto dei megaliti che attingono alle Ley Lines (altrimenti che fancomic di Martin Mystère sarebbe?) (E quindi non è una vera coincidenza, fosse anche solo perchè "le idee sono nell'aria). Tanto per restare in tema di giganti, i megaliti in questione sono quelli denominati "Tomba dei giganti" di Li Lolghi (ad Arzachena).
E visto che ormai ci siamo "parlati addosso", chiudiamo questa terza scheda dedicata a Indiana Pipps ricordandovi che esiste l'edizione cartacea dell'avventura mysteriana di Mont'e Prama, con tanto di copertina inedita di Castelli/Cardinale/Piacentini/Nucera.
Ma hai notato che da quando ne ha parlanto GaL! tutti parlano di Mont'e Prama? La regione Sardegna stessa usa i Giganti negli spot turistici.
RispondiEliminaFranco come Alfredo, precursore dell'imponderabile!
Eh, già. E nessuno di quei tutti ci cita mai! Che fortuna.
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